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Conservazione documenti digitali, parere Garante all’AgID: aumentare la protezione dei dati personali contenuti nei documenti informatici

Documento informatico: il Garante richiede maggiore protezione dei dati personali contenuti nei documenti informatici

 

Con il Parere del 21 maggio 2020, il Garante per la protezione dei dati personali si è nuovamente pronunciato in materia di Conservazione dei documenti informatici: in linea con quanto già rilevato in un precedente Provvedimento, lo schema di “Linee Guida sulla formazione, gestione e conservazione dei documenti informatici” deve assicurare la centralità del GDPR. Come già descritto nel precedente post, infatti, la protezione dei dati personali contenuti nei documenti informatici deve essere costantemente garantita.

Nel recente parere, pertanto, il Garante ha ribadito la necessità:

  • Di apprestare più elevati standard di sicurezza;
  • Di favorire maggiore coordinamento tra Responsabile della Conservazione, Responsabile per la Transizione al Digitale (RTD) e Responsabile per la Protezione dati (DPO).

 

In particolare, secondo il Garante il Conservatore riveste il ruolo di responsabile del trattamento: pertanto, le Linee guida dovranno rimarcare gli obblighi del conservatore in materia di restituzione dei dati al produttore (titolare del trattamento). Proprio per tali ragioni, inoltre, è importante che nel processo di cessazione venga coinvolto anche il Responsabile per la protezione dei dati (Dpo).

Nel complesso, dunque, le indicazioni fornite dal Garante consentiranno di aumentare la protezione dei dati personali contenuti nei documenti informatici, garantendo la sicurezza del trattamento, anche attraverso una più chiara attribuzione dei compiti e una corretta ripartizione delle responsabilità.

 

Il Garante, pertanto, ha evidenziato la necessità di alcuni ulteriori perfezionamenti, volti a renderlo pienamente conforme ai principi e alle garanzie in materia di protezione dei dati personali.

Al contempo, per attuare il piano della sicurezza del sistema di gestione informatica dei documenti, nell’ambito del piano generale della sicurezza ed in coerenza con quanto previsto dal Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione vigente, il Garante ha richiesto di apprestare una forte coordinazione e collaborazione tra:

  • Responsabile della gestione documentale;
  • Responsabile della sicurezza;
  • Responsabile della conservazione;
  • Responsabile dell’ufficio per la Transizione al Digitale (RTD);
  • Responsabile per la Protezione dati (DPO).

In particolare, il responsabile della conservazione, di concerto con il responsabile della sicurezza e con il responsabile della transizione digitale, acquisito il parere del responsabile della protezione dei dati personali, provvede a predisporre, nell’ambito del piano generale della sicurezza, il piano della sicurezza del sistema di conservazione, mettendo in atto opportune misure tecniche e organizzative per garantire un livello di sicurezza adeguato al rischio in materia di protezione dei dati personali, ai sensi dell’art. 32 del GDPR.

 

 

Come assicurare la collaborazione tra le varie figure professionali? Hedya propone un percorso formativo innovativo sulle “Nuove Professioni Digitali”

 

Le posizioni del Garante evidenziano la necessità di percorsi formativi integrati, che coinvolgano le varie figure professionali.

 

Per tali ragioni, Hedya propone il percorso formativo innovativo “Le Nuove Professioni Digitali”. Se il Codice dell’Amministrazione Digitale (D.Lgs. 82/2005 o semplicemente CAD) e la normativa collegata (Linee Guida AgID) ci presentano il Responsabile Transizione al Digitale e Responsabile della Conservazione Documentale, il Regolamento Europeo 2016/679 (GDPR) schiera in campo il Responsabile per la protezione dei dati personali e l’Amministratore di sistema.  Si tratta di nuove figure professionali, la cui formazione deve necessariamente essere di natura trasversale, che convivono della nuova P.A. Digitale e che ne guidano il cambiamento.

 

Per garantire adeguata formazione specialistica, Hedya propone un percorso formativo per tutti coloro che vogliano intraprendere un percorso professionale di elevata specializzazione, finalizzato all’acquisizione delle conoscenze preliminari di natura giuridica, organizzativa e tecnologica tipiche del ruolo di Responsabile della Conservazione dei documenti informatici. Il Responsabile della Conservazione rappresenta dunque una figura con formazione specialistica che ha il compito di definire e attuare, in piena autonomia decisionale, le politiche in merito alla progettazione e alla gestione dei sistemi informatici di conservazione e archiviazione documentale.

I contenuti del corso mirano, pertanto, ad illustrare le vigenti disposizioni in materia di:

  • Dematerializzazione;
  • Digitalizzazione;
  • Conservazione e Archiviazione di documenti informatici;

 

Ulteriori informazioni sono disponibili qui.

 

9 Giugno 2020/da Hedya
News

Il settore aereo non è “Immune” al rischio cyber: Easyjet, a rischio più di 9 milioni di passeggeri

Settore aereo a rischio Data breach: quali criticità?

 

A seguito del recente attacco hacker subito dalla compagnia aerea Easyjet, il settore aereo si conferma non esente dagli attacchi cyber. Sin dal 2018, infatti, l’aviazione londinese è stata oggetto di attacchi informatici attraverso la diffusione del cryptolocker WannaCry, che aveva paralizzato l’aviazione e il corretto servizio della British Airways.

L’episodio risultò particolarmente eclatante, in quanto rappresentava un incidente di sicurezza causato da un’errata percezione umana della soglia del rischio cyber, che si è tradotta nella mancata predisposizione di misure tecniche ed organizzative idonee ad assicurare adeguati standard di sicurezza.

Il caso British Airways ha dimostrato che il sistema IT costituisce un tassello fondamentale nella strategia organizzativa aziendale, che non può pertanto essere marginalizzato. Adeguare i propri sistemi IT implica dotarsi di architetture applicative aggiornate ed efficaci, al fine di evitare compromissioni della sicurezza.

L’importanza della sicurezza IT è confermata dal recente attacco che ha interessato la compagnia aerea Easyjet: lo scorso gennaio, in particolare, sono stati sottratti i contatti mail e altre informazioni di viaggio di 9 milioni di passeggeri; oltre a questi dati, l’indagine ha anche rilevato che sono stati consultati i dati della carta di credito di 2.208 clienti.

Come specificato in un Comunicato pubblicato sul sito web della compagnia, la società ha informato il Centro Nazionale della Sicurezza Informatica del Regno Unito, nonché l’Ufficio del Commissario per l’informazione (ICO) del Regno Unito.

La compagnia ha infine assicurato pubblicamente di aver già preso i provvedimenti adeguate per contattare tutti questi clienti ed è stata offerta assistenza. Non vi sarebbero prove che le informazioni personali di qualsiasi natura, compresi i dati della carta di credito siano state utilizzate in modo improprio.

 

 

La necessità di percorsi formativi adeguati e di servizi di consulenza mirati: le proposte di Hedya

Le recenti misure adottate a livello nazionale confermano che per poter operare correttamente, una ottima conoscenza dei principi e delle novità introdotte dal GDPR, nonché delle più importanti applicazioni pratiche, costituisce un requisito essenziale, benché non unico: occorrono, altresì, costanti aggiornamenti ed approfondimenti mirati sulle prassi applicative.

Per tali ragioni, Hedya propone:

  • percorsi di formazione e aggiornamento;
  • percorsi di approfondimento e perfezionamento;
  • servizi di consulenza per verificare la conformità alla normativa rilevante in materia.

Hedya propone un articolato percorso formativo, in relazione agli specifici bisogni e livelli formativi.

In particolare, si prevede:

 

  1. Corsi di formazione per Data Protection Officer
  • Corso “DPO: DATA PROTECTION OFFICER”, necessario per accedere a un percorso di elevata specializzazione. Il corso ha una durata di 40 ore di lezioni teoriche e 6 ore di simulazione dell’attività quotidiana del DPO;
  • Corso “DPO: DATA PROTECTION OFFICER – Avanzato”, per chi ha già acquisito le conoscenze di base di natura giuridica e organizzativa e intende acquisire le nozioni pratico- applicative di base per svolgere le attività di DPO;

 

  1. Corsi di formazione per tutti i soggetti coinvolti nelle operazioni di trattamento dati
  • Corso “GDPR: LE PRINCIPALI NOVITÀ SULLA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI”, per consentire a tutti i soggetti coinvolti nel trattamento dei dati personali (ad esempio, personale dipendente) di ottenere un’adeguata formazione e aggiornamento in materia di gestione dei dati personali.
  • Non da ultimo, risulta indispensabile formare l’amministratore di sistema attraverso il corso “Amministratore di sistema”, appositamente dedicato a tale figura.

 

Ulteriori dettagli sui percorsi formativi sono disponibili qui.

 

 

6 Giugno 2020/da Hedya
News

Sperimentazione Immuni, per il Garante è essenziale garantire la trasparenza e la correttezza del trattamento

App Immuni al vaglio del Garante: quali requisiti?

 

Con il parere del 1 giugno 2020, il Garante per la protezione dei dati personali ha emanato un provvedimento di autorizzazione al trattamento dei dati personali effettuato attraverso il Sistema di allerta Covid-19 – App Immuni, sulla scorta della valutazione d’impatto trasmessa dal Ministero della salute con la nota del 28 maggio 2020.

Il Ministero della salute, infatti, aveva effettuato la valutazione d’impatto prevista dall’articolo 35 GDPR, trasmettendola al Garante, ai sensi dell’art. 36, paragrafo 5, del GDPR e dell’art. 2-quinquiesdecies del Codice privacy, per essere autorizzato ad avviare il trattamento di dati personali relativo al “Sistema di allerta Covid-19”, istituito dall’art. 6 del decreto legge 30 aprile 2020, n. 28. Nella valutazione d’impatto il Ministero della salute ha rappresentato l’esigenza, condivisa con le Regioni, di una preliminare fase di sperimentazione del processo di contact tracing digitale in un numero limitato di Regioni o Province autonome.

Il parere del Garante, come esaminato nei precedenti post, costituisce l’ultimo tassello del più ampio iter di implementazione del software di contact tracing, inaugurato con l’ordinanza n. 10/2020 del 16 aprile 2020: a seguito di stipula di un appalto di servizio gratuito con la società Bending Spoons S.p.a., infatti, si è gradualmente proceduto alla realizzazione dell’App “Immuni”, finalizzata alla tracciatura dei contatti per la prevenzione e contenimento della diffusione del contagio da Covid-19.

In seguito, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha richiesto un primo parere del Garante per la protezione dei dati personali sulla proposta normativa per il tracciamento dei contatti fra soggetti, attuata mediante apposita applicazione su dispositivi di telefonia mobile.

Sin dal primo parere, il Garante ha ribadito che l’impiego dell’App da parte di un’autorità pubblica non elide il rispetto degli standard previsti dal GDPR in tema di protezione dei dati personali e di sicurezza del trattamento.

Come chiarito anche dal Comitato dei Garanti (EDPB) con le recenti Guidelines 3/2020, anche il trattamento di dati relativi alla salute attraverso app deve essere conforme al GDPR. In particolare, devono essere garantiti:

  • La sussistenza di una base giuridica legittimante le operazioni di trattamento;
  • La trasparenza e la correttezza del trattamento, anche attraverso la predisposizione dell’informativa ai sensi degli artt. 13 – 14 GDPR;
  • La predisposizione di misure che garantiscano la sicurezza del trattamento;
  • L’esercizio dei diritti degli interessati di cui agli artt. 15-22 GDPR.

 

Da ultimo, con il parere del 1 giugno il Garante ha tenuto conto della complessità del sistema di allerta e del numero dei soggetti potenzialmente coinvolti. Tali circostanze richiedono, secondo l’Autorità, l’adozione di una serie di misure volte a rafforzare la sicurezza dei dati delle persone che scaricheranno la app, che potranno essere adottate sin dalle prime sperimentazioni regionali.

In particolare, l’Autorità ha chiesto che gli utenti:

  • Siano informati adeguatamente in ordine al funzionamento dell’algoritmo di calcolo utilizzato per la valutazione del rischio di esposizione al contagio;
  • Siano portati a conoscenza del fatto che il sistema potrebbe generare notifiche di esposizione che non sempre riflettono un’effettiva condizione di rischio.
  • Abbiano sempre la possibilità di disattivare temporaneamente l’app attraverso una funzione facilmente accessibile nella schermata principale.

 

I dati raccolti attraverso il sistema di allerta, infine, non potranno essere trattati per finalità non previste dalla norma che istituisce l’app.

 

La necessità di percorsi formativi adeguati e di servizi di consulenza mirati: le proposte di Hedya

Le recenti misure adottate a livello nazionale confermano che per poter operare correttamente, una ottima conoscenza dei principi e delle novità introdotte dal GDPR, nonché delle più importanti applicazioni pratiche, costituisce un requisito essenziale, benché non unico: occorrono, altresì, costanti aggiornamenti ed approfondimenti mirati sulle prassi applicative.

Per tali ragioni, Hedya propone:

  • percorsi di formazione e aggiornamento;
  • percorsi di approfondimento e perfezionamento;
  • servizi di consulenza per verificare la conformità alla normativa rilevante in materia.

Hedya propone un articolato percorso formativo, in relazione agli specifici bisogni e livelli formativi.

In particolare, si prevede:

 

  1. Corsi di formazione per Data Protection Officer
  • Corso “DPO: DATA PROTECTION OFFICER”, necessario per accedere a un percorso di elevata specializzazione. Il corso ha una durata di 40 ore di lezioni teoriche e 6 ore di simulazione dell’attività quotidiana del DPO;
  • Corso “DPO: DATA PROTECTION OFFICER – Avanzato”, per chi ha già acquisito le conoscenze di base di natura giuridica e organizzativa e intende acquisire le nozioni pratico- applicative di base per svolgere le attività di DPO;

 

  1. Corsi di formazione per tutti i soggetti coinvolti nelle operazioni di trattamento dati
  • Corso “GDPR: LE PRINCIPALI NOVITÀ SULLA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI”, per consentire a tutti i soggetti coinvolti nel trattamento dei dati personali (ad esempio, personale dipendente) di ottenere un’adeguata formazione e aggiornamento in materia di gestione dei dati personali.
  • Non da ultimo, risulta indispensabile formare l’amministratore di sistema attraverso il corso “Amministratore di sistema”, appositamente dedicato a tale figura.

 

Ulteriori dettagli sui percorsi formativi sono disponibili qui.

 

5 Giugno 2020/da Hedya
News

Indennità Covid-19 nel mirino hacker: clonato il portale INPS

L’Inps nel mirino malware: quali condotte adottate dagli hacker?

Come abbiamo esaminato nei precedenti post, nel corso degli ultimi mesi si sono verificati numerosi attacchi malevoli, che hanno sfruttato il timore del contagio e lo stato di necessità economica della popolazione.

Da ultimo, infatti, il portale dell’Inps è stato oggetto di un importante data breach, classificato dal Garante per la protezione dei dati personali come un episodio a rischio “elevato” per i diritti e le libertà dei soggetti coinvolti.

La popolarità e la centralità che l’Inps ha assunto nel corso degli ultimi due mesi, in ragione delle massicce richieste di sussidi economici, hanno costituito gli indispensabili presupposti per il lancio di una nuova campagna malevola. Al fine di indurre i contribuenti in inganno, è stato predisposto un portale che richiamava graficamente ed intuitivamente il sito dell’Istituto di previdenza; l’unica più spiccata differenza con il sito ufficiale consiste nel dominio della pagina fake, creato in data 25 maggio 2020 e registrato come “inps-it[.]top”.

In particolare, sfruttando la richiesta di indennità Covid-19, gli hacker hanno esposto una pagina clone del sito INPS sul dominio fake, proponendo in download una sedicente “domanda per la nuova indennità COVID-19”: il file, in realtà, restituisce un file APK malevolo per utenti Android (con Build$VERSION.SDK_INT < 26). Il malware così veicolato è dunque destinato esclusivamente agli utenti Android.

Dalla prima analisi svolta da Cert-AgID, si è verificato che il download della domanda determina l’installazione sul dispositivo del file “acrobatreader.apk”, contenente un malware di tipo Trojan–Banker. Come esaminato nei precedenti post, una volta installati, i Banking Troyan possono osservare e tracciare le azioni compiute dall’utente: in tal caso, il malware propone le istruzioni per abilitare il servizio di accessibilità, al fine di sfruttare le legittime funzioni di tale servizio e quindi consentire al malware un accesso più ampio alle API di sistema per dialogare con altre app presenti sul dispositivo, al fine di carpire password ovvero informazioni bancarie e della carta di credito.

L’attività fraudolenta così realizzata si aggiunge alla nota campagna di phishing dello scorso aprile, causata ai danni degli utenti Inps.

Le minacce informatiche costituiscono una costante sfida nel trattamento dati. Esse richiedono, in capo al Titolare del trattamento, il rispetto dei principi e delle regole imposte dal GDPR, in particolare:

  • La sicurezza del trattamento, come previsto dall’art. 32 GDPR;
  • L’implementazione di misure che garantiscano la privacy by default e by design;
  • Il rispetto dei diritti dell’interessato;

 

Si ricorda, inoltre, che il primo fattore di vulnerabilità dei sistemi – ivi compreso quello relativo alla data protection – è costituito dall’errore umano, causato da un’errata valutazione o da una scarsa percezione del problema e delle criticità conseguibili.

Tra questi, rientra anche il download di installer che, fraudolentemente, si spacciano per applicazioni molto conosciute: questi, in realtà, contengono varie minacce, come quelle adware “advertising supported software” (software sovvenzionato da pubblicità).  Si tratta software che adoperano metodologie subdole, che possono determinare il trasferimento su un altro programma, al fine di provocarne con l’inganno l’installazione su PC, tablet o dispositivo mobile.

 

 

L’importanza della formazione e della consulenza specialistica come fattore di prevenzione

 

Le nuove minacce congeniate dai cyber- criminali espongono gli operatori economici e le Pubbliche amministrazioni a nuove criticità e preoccupazioni. In questi casi, l’assenza di formazione ed informazione su tali aspetti costituiscono i primi fattori di vulnerabilità del sistema organizzativo aziendale e pubblico.

Per tali ragioni, Hedya presenta gli innovativi percorsi di formazione:

  • “Smart working, Privacy e Cyber Security”;
  • “La Protezione dei Dati Personali nei luoghi di lavoro pubblici e privati”.

I percorsi formativi sono rivolti al personale di enti pubblici e privati, a tutti i datori di lavoro e liberi professionisti interessati alla materia.

 

Inoltre, Hedya propone:

  • percorsi di formazione e aggiornamento;
  • percorsi di approfondimento e perfezionamento;
  • servizi di consulenza per verificare la conformità alla normativa rilevante in materia.

 

Si segnalano, per i percorsi formativi e di aggiornamento:

  • Corso “GDPR: LE PRINCIPALI NOVITÀ SULLA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI”, per ottenere un’adeguata formazione in materia di gestione dei dati personali;
  • Corso “DPO: DATA PROTECTION OFFICER”, per intraprendere un percorso professionale di elevata specializzazione per svolgere le funzioni tipiche del Data Protection Officer.
  • Non da ultimo, risulta indispensabile formare l’amministratore di sistema attraverso il corso “Amministratore di sistema”, appositamente dedicato a tale figura.

 

 

 

3 Giugno 2020/da Hedya
News

Navigare in sicurezza: la Polizia Postale fornisce una breve guida

Garantire la sicurezza: indicazioni dalla Polizia Postale

Il tema della sicurezza costituisce un tassello fondamentale nello sviluppo dello smart working e per la corretta realizzazione dell’Amministrazione Digitale.

Nel corso degli ultimi due mesi, infatti, si sono susseguite molteplici misure per garantire la continuità della prestazione lavorativa (il D.P.C.M. del 26 aprile 2020 ha definito il lavoro agile come modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa nelle pubbliche amministrazioni fino alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica) e infondere maggiore consapevolezza nell’uso dei dispositivi personali.

Come evidenziato nei precedenti post, per supportare la transizione al digitale nella PA, il Ministro per la pubblica amministrazione ha adottato la direttiva n. 3/2020, mentre l’AgID ha enucleato una serie di Raccomandazioni sulla base delle misure minime di sicurezza informatica per le pubbliche amministrazioni fissate dalla circolare  17 marzo 2017, n. 1/2017.

Di recente, inoltre, anche la Polizia Postale ha pubblicato una guida esemplificativa per l’utilizzo più consapevole della rete. La Polizia Postale ha rilevato che il principale veicolo di diffusione dei virus é la posta elettronica, a causa dei fuorvianti e pericolosi link o file allegati ai messaggi di posta elettronica.
Nella Guida si chiarisce, infatti, che un virus può trasmettersi unicamente tramite file eseguibili (programmi con estensione exe,com,drv e dll) o contenenti una parte di codice che viene eseguita.(Es. documenti in formato word che contengono macro).

In particolare, sono state fornite alcune utili indicazioni per prevenire attacchi indesiderati:

  • Utilizzare i firewall;
  • Utilizzare un software di tipo antivirus e aggiornarlo regolarmente;
  • Non aprire gli allegati ai messaggi di posta elettronica se non dopo averli esaminati con un antivirus;
  • Non eseguire programmi prima di averli analizzati con un antivirus;
  • Effettuare copie di backup;
  • Non fornire nelle chat i propri dati personali;
  • Sceglier una password sicura e non comuicarla a nessuno;
  • Ultilizzare, per le comunicazioni riservate, software di cifratura.

 

 

L’importanza della formazione e della consulenza specialistica come fattore di prevenzione

 

Le nuove minacce congeniate dai cyber- criminali espongono gli operatori economici e le Pubbliche amministrazioni a nuove criticità e preoccupazioni. In questi casi, l’assenza di formazione ed informazione su tali aspetti costituiscono i primi fattori di vulnerabilità del sistema organizzativo aziendale e pubblico.

Per tali ragioni, Hedya presenta gli innovativi percorsi di formazione:

  • “Smart working, Privacy e Cyber Security”;
  • “La Protezione dei Dati Personali nei luoghi di lavoro pubblici e privati”.

I percorsi formativi sono rivolti al personale di enti pubblici e privati, a tutti i datori di lavoro e liberi professionisti interessati alla materia.

 

Inoltre, Hedya propone:

  • percorsi di formazione e aggiornamento;
  • percorsi di approfondimento e perfezionamento;
  • servizi di consulenza per verificare la conformità alla normativa rilevante in materia.

 

Si segnalano, per i percorsi formativi e di aggiornamento:

  • Corso “GDPR: LE PRINCIPALI NOVITÀ SULLA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI”, per ottenere un’adeguata formazione in materia di gestione dei dati personali;
  • Corso “DPO: DATA PROTECTION OFFICER”, per intraprendere un percorso professionale di elevata specializzazione per svolgere le funzioni tipiche del Data Protection Officer.
  • Non da ultimo, risulta indispensabile formare l’amministratore di sistema attraverso il corso “Amministratore di sistema”, appositamente dedicato a tale figura.

 

 

 

30 Maggio 2020/da Hedya
News

Nuove Linee Guida AgID sul Procurement ICT: la sicurezza ICT passa per la formazione

Sicurezza nel Procurement ICT: quali regole?

Il tema della sicurezza costituisce un tassello imprescindibile per la corretta realizzazione dell’Amministrazione Digitale: la sicurezza informatica rappresenta un elemento necessario per garantire la disponibilità, l’integrità e la riservatezza delle informazioni del Sistema informativo della Pubblica amministrazione; più in generale, occorre realizzare un sistema amministrativo capace di ispirare fiducia nei cittadini, presupposto per la diffusione dei servizi digitali.

Per tali ragioni, l’AgID ha emanato lo scorso 20 maggio le Linee Guida sulla sicurezza nel Procurement ICT, che erano in consultazione dal 14 maggio al 13 giugno 2019, assieme alle “Linee guida per lo sviluppo e la definizione del modello nazionale di riferimento per i CERT regionali”.

Si tratta di un documento orientativo, destinato in misura prevalente a tutti coloro che all’interno delle pubbliche amministrazioni si occupano a vario titolo di acquisizione di strumenti informatici, come ad esempio dirigenti, funzionari, RUP delle gare pubbliche, responsabili della transizione al digitale, responsabili dell’organizzazione, pianificazione e sicurezza. Purtuttavia, le Linee Guida hanno un respiro molto ampio, offrendo altresì indicazioni utili per gli operatori di mercato che forniscono soluzioni Ict alle Pubbliche Amministrazioni.

Le Linee Guida propongono una serie di azioni per strutturare e formalizzare i futuri procedimenti di acquisizione: l’intento consiste nel minimizzare il rischio di trovarsi in situazioni inaspettate ed inattese, dovendo ricorrere a soluzioni estemporanee e, spesso, non adeguate ad eliminare il problema.

In particolare, il documento ha la finalità di:

  • illustrare in modo semplice la problematica della sicurezza nel procurement ICT;
  • formalizzare definizioni e concetti legati alla sicurezza nel procurement ICT, rendendoli coerenti con la norma e con il contesto della pubblica amministrazione;
  • presentare buone prassi, soluzioni già in uso, misure semplici da adottare (strumenti operativi, esempi pratici, riferimenti puntuali), per verificare il livello di sicurezza degli attuali processi di acquisizione ed eventualmente per migliorarne la qualità.

Dal punto di vista organizzativo, le Linee Guida richiamano la necessità di continua formazione e coordinamento tra le figure maggiormente coinvolte in tali processi, in particolare conseguendo competenze aggiornate di Procurement Management, Gestione Progetti, Asset Management, Change Management, Risk Management, Sicurezza e Protezione dei Dati.

Al contempo, l’AgID ritiene che la promozione della sicurezza costituisca un fattore essenziale: infatti, è essenziale che le amministrazioni mantengano al loro interno un adeguato livello di consapevolezza sulla tematica della sicurezza nel procurement ICT, anche attraverso l’inserimento di sessioni formative nella normale attività di formazione verso i dipendenti (ad esempio, nel calendario della formazione obbligatoria sulla sicurezza dei luoghi di lavoro e sulla privacy).

 

 

 

L’importanza della formazione e della consulenza specialistica come fattore di prevenzione

 

Le nuove minacce congeniate dai cyber- criminali espongono gli operatori economici e le Pubbliche amministrazioni a nuove criticità e preoccupazioni. In questi casi, l’assenza di formazione ed informazione su tali aspetti costituiscono i primi fattori di vulnerabilità del sistema organizzativo aziendale e pubblico.

Per tali ragioni, Hedya presenta gli innovativi percorsi di formazione:

  • “Smart working, Privacy e Cyber Security”;
  • “La Protezione dei Dati Personali nei luoghi di lavoro pubblici e privati”.

I percorsi formativi sono rivolti al personale di enti pubblici e privati, a tutti i datori di lavoro e liberi professionisti interessati alla materia.

 

Inoltre, Hedya propone:

  • percorsi di formazione e aggiornamento;
  • percorsi di approfondimento e perfezionamento;
  • servizi di consulenza per verificare la conformità alla normativa rilevante in materia.

 

Si segnalano, per i percorsi formativi e di aggiornamento:

  • Corso “GDPR: LE PRINCIPALI NOVITÀ SULLA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI”, per ottenere un’adeguata formazione in materia di gestione dei dati personali;
  • Corso “DPO: DATA PROTECTION OFFICER”, per intraprendere un percorso professionale di elevata specializzazione per svolgere le funzioni tipiche del Data Protection Officer.
  • Non da ultimo, risulta indispensabile formare l’amministratore di sistema attraverso il corso “Amministratore di sistema”, appositamente dedicato a tale figura.

 

 

 

28 Maggio 2020/da Hedya
News

Codice dei contratti pubblici, in arrivo il Regolamento di esecuzione, attuazione e integrazione

Contratti pubblici e Regolamento di attuazione: cosa cambia?

Lo scorso 13 Maggio 2020 è stata trasmessa dalla Commissione di supporto giuridico-amministrativo istituita dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) lo Schema di Regolamento di esecuzione, attuazione e integrazione del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, recante “Codice dei contratti pubblici”, ai sensi dell’art. 216, comma 27-octies del Codice.

La versione definitiva del Regolamento di esecuzione sarà successivamente sottoposta alla valutazione preventiva del Consiglio di Stato per il parere obbligatorio (oltre a Corte dei Conti, Commissioni parlamentari e Conferenza unificata Stato-Regioni).

I lavori per la realizzazione di tale Regolamento erano notevolmente auspicati, a seguito della riforma introdotta ormai un anno fa con il D.L. 32/2019 c.d. “Sblocca cantieri”. In particolare, si auspicava un raccordo, attraverso la predisposizione in un unico corpo normativo, delle molteplici disposizioni esplicative ed attuative del Codice dei contratti pubblici, consistenti in Linee guida Anac aventi carattere più o meno vincolante, e decreti ministeriali.

Lo schema affronta tutte le questioni più complesse del Codice, sia dal punto di vista operativo che concettuale. Esso è articolato in sette sezioni:

  • Disposizioni comuni;
  • Sistemi di affidamento e realizzazione di appalti pubblici e concessioni di lavori;
  • Sistemi di affidamento dei contratti concernenti servizi e forniture;
  • Concessioni e partenariato pubblico privato;
  • Appalti relativi a beni culturali;
  • Contratti relativi a lavori, servizi e forniture nei settori speciali;
  • Norme transitorie e finali.

 

Tra le disposizioni oggetto dello Schema di Regolamento risultano rilevanti quelle sugli affidamenti di appalti e concessioni di importo inferiore alle soglie comunitarie.

L’art. 36, comma 7, del Codice, modificato dal decreto sblocca-cantieri (DL 32/2019 conv. L.55/2019), prevede che “Con il regolamento di cui all’articolo 216, comma 27-octies, sono stabilite le modalità relative alle procedure di cui al presente articolo, alle indagini di mercato, nonché per la formazione e gestione degli elenchi degli operatori economici. Nel predetto regolamento sono anche indicate specifiche modalità di rotazione degli inviti e degli affidamenti e di attuazione delle verifiche sull’affidatario scelto senza svolgimento di procedura negoziata. Fino alla data di entrata in vigore del regolamento di cui all’articolo 216, comma 27-octies, si applica la disposizione transitoria ivi prevista”.

 

 

Come garantire la trasparenza e l’accesso civico? Hedya propone i percorsi innovativi “Il codice dei contratti pubblici” e “Tecniche di redazione degli atti amministrativi”

 

Le recenti to ridisegna i confini tra accesso civico e appalti pubblici, richiedendo nuove competenze per le PA nella gestione delle comunicazioni con tutti i soggetti richiedenti, per adeguarsi ai canoni di trasparenza e digitalizzazione in corso.

Per tali ragioni, Hedya propone gli innovativi percorsi di formazione:

  • “Il codice dei contratti pubblici”;
  • “Tecniche di redazione degli atti amministrativi”

 

I percorsi formativi sono rivolti al personale di enti pubblici e privati, a tutti i datori di lavoro e liberi professionisti interessati alla materia.

 

Inoltre, Hedya propone:

  • percorsi di formazione e aggiornamento;
  • percorsi di approfondimento e perfezionamento;
  • servizi di consulenza per verificare la conformità alla normativa rilevante in materia.

Hedya propone un articolato percorso formativo, in relazione agli specifici bisogni e livelli formativi.

In particolare, si prevede:

 

  1. Corsi di formazione per Data Protection Officer
  • Corso “DPO: DATA PROTECTION OFFICER”, necessario per accedere a un percorso di elevata specializzazione. Il corso ha una durata di 40 ore di lezioni teoriche e 6 ore di simulazione dell’attività quotidiana del DPO;
  • Corso “DPO: DATA PROTECTION OFFICER – Avanzato”, per chi ha già acquisito le conoscenze di base di natura giuridica e organizzativa e intende acquisire le nozioni pratico- applicative di base per svolgere le attività di DPO;

 

  1. Corsi di formazione per tutti i soggetti coinvolti nelle operazioni di trattamento dati
  • Corso “GDPR: LE PRINCIPALI NOVITÀ SULLA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI”, per consentire a tutti i soggetti coinvolti nel trattamento dei dati personali (ad esempio, personale dipendente) di ottenere un’adeguata formazione e aggiornamento in materia di gestione dei dati personali.

 

Ulteriori dettagli sui percorsi formativi sono disponibili qui.

 

 

25 Maggio 2020/da Hedya
News

Data Breach Inps, per il Garante costituisce un rischio elevato per i diritti e le libertà dei soggetti coinvolti

Il Data Breach Inps: ancora criticità secondo il Garante?

Il caso di Data breach che ha colpito il portale dell’Inps nel mese di Aprile rappresenta una delle più recenti violazioni che hanno interessato le Pubbliche Amministrazioni. Come evidenziato nel precedente post, il Garante per la protezione dei dati personali ha dichiarato che l’assenza di adeguate misure di sicurezza per la tutela delle banche dati e dei siti delle amministrazioni pubbliche rappresenta una questione critica ricorrente.

Con note del 1° aprile e del 6 aprile 2020, l’Inps ha reso note le violazioni dei dati personali che si sono verificate in occasione dell’avvio delle procedure per la richiesta di erogazione di prestazioni a sostegno del reddito, notificando all’Autorità, ai sensi dell’art. 33 GDPR, due distinte violazioni dei dati personali. In particolare:

  • L’accesso ai dati personali di utenti del portale “www.inps.it” da parte di terzi non autorizzati, determinato da una non corretta configurazione delle funzionalità di caching del servizio CDN (Content Delivery Network) utilizzato;
  • L’accesso ai dati personali di utenti che hanno richiesto l’erogazione del bonus per l’acquisto di servizi di baby-sitting di cui all’art. 25 del d.l. 17 marzo 2020, n. 18, con visualizzazione, modifica, cancellazione o invio all’INPS di domande, contenenti dati personali riferiti a minori, anche con disabilità, da parte di terzi non autorizzati.

 

L’episodio ha fatto emergere di talune criticità nell’adozione delle più opportune misure di sicurezza, richieste dall’art. 32 GDPR. In ogni caso, l’Istituto ha ritenuto che la violazione non fosse tale da rappresentare un rischio elevato per i diritti e le libertà delle persone fisiche e, pertanto, difettassero i presupposti per la comunicazione della violazione dei dati personali agli interessati coinvolti.

Con provvedimento del 14 maggio 2020, il Garante per la protezione dei dati personali ha invece rilevato la sussistenza di rischi elevati per i diritti e le libertà degli interessati.

Di conseguenza, ha ravvisato la necessità e l’urgenza di ingiungere all’Inps, ai sensi dell’art. 58, par. 2, lett. e) GDPR. In particolare:

  • Di comunicare le violazioni dei dati personali agli interessati coinvolti, descrivendo la natura delle violazioni e le possibili conseguenze delle stesse;
  • Di fornire i dati di contatto del responsabile della protezione dei dati o di altro punto di contatto appositamente istituito presso cui ottenere più informazioni;
  • Di indicare agli interessati le specifiche sulle misure che possono adottare per proteggersi da eventuali conseguenze negative delle violazioni.

 

Come assicurare la collaborazione tra le varie figure professionali? Hedya propone un percorso formativo innovativo sulle “Nuove Professioni Digitali”

 

Le posizioni del Garante evidenziano la necessità, per le Pubbliche Amministrazioni, di percorsi formativi:

  • integrati, che coinvolgano le varie figure professionali;
  • mirati ad assicurare la sicurezza del trattamento;
  • aggiornati su tutte le principali questioni connesse al GDPR.

 

Per tali ragioni, Hedya propone il percorso formativo innovativo “Le Nuove Professioni Digitali”. Se il Codice dell’Amministrazione Digitale (D.Lgs. 82/2005 o semplicemente CAD) e la normativa collegata (Linee Guida AgID) ci presentano il Responsabile Transizione al Digitale e Responsabile della Conservazione Documentale, il Regolamento Europeo 2016/679 (GDPR) schiera in campo il Responsabile per la protezione dei dati personali e l’Amministratore di sistema.  Si tratta di nuove figure professionali, la cui formazione deve necessariamente essere di natura trasversale, che convivono della nuova P.A. Digitale e che ne guidano il cambiamento.

 

Hedya propone inoltre un articolato percorso formativo, in relazione agli specifici bisogni e livelli formativi.

In particolare, si prevede:

 

  1. Corsi di formazione per Data Protection Officer
  • Corso “DPO: DATA PROTECTION OFFICER”, necessario per accedere a un percorso di elevata specializzazione. Il corso ha una durata di 40 ore di lezioni teoriche e 6 ore di simulazione dell’attività quotidiana del DPO;
  • Corso “DPO: DATA PROTECTION OFFICER – Avanzato”, per chi ha già acquisito le conoscenze di base di natura giuridica e organizzativa e intende acquisire le nozioni pratico- applicative di base per svolgere le attività di DPO;

 

  1. Corsi di formazione per tutti i soggetti coinvolti nelle operazioni di trattamento dati
  • Corso “GDPR: LE PRINCIPALI NOVITÀ SULLA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI”, per consentire a tutti i soggetti coinvolti nel trattamento dei dati personali (ad esempio, personale dipendente) di ottenere un’adeguata formazione e aggiornamento in materia di gestione dei dati personali.

 

  1. Formazione e consulenza in materia di Digitalizzazione

Hedya supporta le Pubbliche Amministrazioni anche attraverso servizi di consulenza mirati, in materia di digitalizzazione, sui temi più critici connessi agli obblighi e agli adempimenti prescritti dalla legge.

Per tali ragioni, Hedya propone il percorso formativo “IL RESPONSABILE PER LA TRANSIZIONE AL DIGITALE” per il corretto svolgimento dei compiti del Responsabile per la Transizione al Digitale, considerato il driver della transizione al Digitale.

Il percorso è rivolto:

  • a tutti coloro che all’interno delle Pubbliche Amministrazioni sono coinvolti, a vario titolo, nei processi di trasformazione alla modalità digitale;
  • a tutti coloro che sono stati nominati e che svolgono attualmente il ruolo di Responsabile per la Transizione al Digitale.

 

Ulteriori dettagli sui percorsi formativi sono disponibili qui.

 

 

 

 

18 Maggio 2020/da Hedya
News

Piani Triennali per la Prevenzione della Corruzione 2020-2022: dall’Anac i chiarimenti sulla Piattaforma per l’acquisizione dei dati

Piani Triennali per la Prevenzione della Corruzione: quali adempimenti?

 

Con il comunicato del 22 aprile 2020, l’Anac ha fornito chiarimenti sull’uso della Piattaforma di acquisizione dei dati relativi ai Piani Triennali di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (PTPCT).

Come è noto, con l’introduzione della Legge 190/2012 (e le successive modifiche) è stato introdotto il Piano triennale di prevenzione della corruzione (PTPC): si tratta di un documento di natura programmatica, che definisce la strategia di prevenzione della corruzione nell’ambito della singola amministrazione o ente pubblico.

L’articolo 10, comma 8, del d.lgs. 33/2013, inoltre, specifica che ogni amministrazione ha l’obbligo di pubblicare sul proprio sito istituzionale, nella sezione denominata «Amministrazione trasparente», il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza.

Per attuare efficacemente i programmi triennali di prevenzione – e per fornire, al contempo, un più capillare controllo – è stata istituita una Piattaforma di acquisizione dei Piani Triennali per la Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza: l’accesso al servizio è riservato al soggetto nominato Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (RPCT), ovvero Responsabile della Prevenzione della Corruzione (RPC) e ai componenti la Struttura di Supporto denominati Assistenti-RPCT.

In particolare, l’Anac ha chiarito, con il Comunicato del 22 aprile:

  • Che l’acquisizione dei dati sui PTPCT tramite la piattaforma avviene esclusivamente mediante la compilazione di specifici moduli predisposti dall’Autorità e mai attraverso l’invio o il caricamento di documenti;
  • Che i dati sui PTPCT riferiti al triennio 2020 -2022 non vanno ancora inseriti sulla piattaforma.

 

L’Autorità, infine, si è riservata di fornire sul sito istituzionale specifiche informazioni in merito alle modalità di acquisizione di tali dati.

 

La necessità di percorsi formativi integrati in Anticorruzione e Privacy: Hedya propone il percorso innovativo “Anticorruzione, trasparenza e privacy: un rapporto inscindibile”

 

Le recenti posizioni dell’Anac confermano che per poter operare correttamente, una conoscenza integrata dei principi e delle novità introdotte dal GDPR, nonché in materia di anticorruzione e trasparenza.

Per tali ragioni, Hedya propone l’innovativo percorso formativo “Anticorruzione, trasparenza e privacy: un rapporto inscindibile”. Il corso che si propone ha una durata di 8 ore, e consente ai partecipanti di ottenere un’adeguata formazione trasversale sul rapporto che sussiste tra i concetti di anticorruzione, trasparenza e privacy e tra le rispettive discipline di riferimento.

 

Hedya propone inoltre un articolato percorso formativo, in relazione agli specifici bisogni e livelli formativi.

In particolare, si prevede:

 

  1. Corsi di formazione per Data Protection Officer
  • Corso “DPO: DATA PROTECTION OFFICER”, necessario per accedere a un percorso di elevata specializzazione. Il corso ha una durata di 40 ore di lezioni teoriche e 6 ore di simulazione dell’attività quotidiana del DPO;
  • Corso “DPO: DATA PROTECTION OFFICER – Avanzato”, per chi ha già acquisito le conoscenze di base di natura giuridica e organizzativa e intende acquisire le nozioni pratico- applicative di base per svolgere le attività di DPO;

 

  1. Corsi di formazione per tutti i soggetti coinvolti nelle operazioni di trattamento dati
  • Corso “GDPR: LE PRINCIPALI NOVITÀ SULLA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI”, per consentire a tutti i soggetti coinvolti nel trattamento dei dati personali (ad esempio, personale dipendente) di ottenere un’adeguata formazione e aggiornamento in materia di gestione dei dati personali.

 

  1. Formazione e consulenza in materia di Digitalizzazione

Hedya supporta le Pubbliche Amministrazioni anche attraverso servizi di consulenza mirati, in materia di digitalizzazione, sui temi più critici connessi agli obblighi e agli adempimenti prescritti dalla legge.

Per tali ragioni, Hedya propone il percorso formativo “IL RESPONSABILE PER LA TRANSIZIONE AL DIGITALE” per il corretto svolgimento dei compiti del Responsabile per la Transizione al Digitale, considerato il driver della transizione al Digitale.

Il percorso è rivolto:

  • a tutti coloro che all’interno delle Pubbliche Amministrazioni sono coinvolti, a vario titolo, nei processi di trasformazione alla modalità digitale;
  • a tutti coloro che sono stati nominati e che svolgono attualmente il ruolo di Responsabile per la Transizione al Digitale.

 

Ulteriori dettagli sui percorsi formativi sono disponibili qui.

 

14 Maggio 2020/da Hedya
News

Consenso e Cookie wall, le nuove Linee Guida del Comitato europeo ne chiariscono il rapporto

Le Linee Guida su cookie e consenso: cosa cambia?

Con le nuove Linee Guida n. 5/2020, adottate lo scorso 4 maggio, il Comitato europeo per la protezione dei dati personali ha fornito ulteriori precisazioni sull’impiego dei Cookie. Come già illustrato in precedenti approfondimenti, i cookie sono informazioni immesse sul browser ogniqualvolta si compia un’operazione in rete. Dal punto di vista informativo, ogni cookie può contenere diversi dati, imponendo in tal caso il rispetto dei principi sulla protezione dati.

L’entrata in vigore del GDPR ha imposto dei limiti all’utilizzo dei cookie, per garantire la validità del consenso: come risulta dall’art. 7 comma 1 del GDPR e del Considerando 32, il consenso dovrà essere espresso mediante un atto positivo con cui l’interessato esprime la propria intenzione libera, specifica, informata ed inequivocabile di accettare il trattamento dei dati personali che lo riguardano.

L’aspetto più problematico, pertanto, riguarda le modalità di prestazione del consenso per l’installazione dei cookies.

Primi chiarimenti sul corretto impiego dei cookie sono stati forniti dalla Corte di giustizia. Con la sentenza emanata il 1 Ottobre 2019, la Corte ha dichiarato che il consenso che l’utente di un sito Internet deve prestare ai fini dell’installazione e della consultazione di cookie sulla sua apparecchiatura terminale non è validamente espresso mediante una casella di spunta preselezionata che l’utente deve deselezionare al fine di negare il proprio consenso.

Le Linee guida del Comitato europeo si soffermano su due ulteriori profili problematici, connessi alle operazioni di cookie wall e di scroll:

  • Nel caso di cookie wall, l’accesso ai servizi e alle funzionalità del sito viene subordinato al consenso di un utente che, se non prestato, impedisce la fruizione delle informazioni o dei servizi previsti nella pagina web. Sul punto, le Linee guida affermano che per l’interessato non si prospetta una scelta autentica; pertanto, il consenso dell’utente non può intendersi fornito liberamente se l’accesso ai servizi e alle funzionalità del sito risulta essere subordinato al cookie wall.
  • Nel caso di consenso carpito attraverso operazioni di scroll, similmente, non consisterebbe in una azione positiva inequivocabile, requisito imprescindibile richiesto dal GDPR. Per tali ragioni, la semplice prosecuzione dell’uso di un sito web non costituisce, secondo le Linee guida, un comportamento dal quale sia possibile ricavare una manifestazione di volontà dell’interessato a prestare il consenso a un trattamento proposto, conforme al GDPR.

 

La necessità di formazione in materia di GDPR e professioni digitali: Hedya propone i percorsi formativi innovativi

La recente posizione adottata dal Comitato europeo per la protezione dati dimostra che per poter operare correttamente sul web, occorre una buona conoscenza dei principi e delle novità introdotte dal GDPR.

Per tali ragioni, Hedya propone gli innovativi percorsi di formazione:

  • Il percorso formativo“IL RESPONSABILE PER LA TRANSIZIONE AL DIGITALE” per il corretto svolgimento dei compiti del Responsabile per la Transizione al Digitale, considerato il driver della transizione al Digitale.
  • Il percorso formativo “LE NUOVE PROFESSIONI DIGITALI. Obiettivi, definizioni e obblighi per le Pubbliche Amministrazioni”.

 

Inoltre, Hedya propone:

  • percorsi di formazione e aggiornamento;
  • percorsi di approfondimento e perfezionamento;
  • servizi di consulenza per verificare la conformità alla normativa rilevante in materia.

 

Si segnalano, per i percorsi formativi e di aggiornamento:

  • Corso “GDPR: LE PRINCIPALI NOVITÀ SULLA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI”, per ottenere un’adeguata formazione in materia di gestione dei dati personali;
  • Corso “DPO: DATA PROTECTION OFFICER”, per intraprendere un percorso professionale di elevata specializzazione per svolgere le funzioni tipiche del Data Protection Officer.
  • Non da ultimo, risulta indispensabile formare l’amministratore di sistema attraverso il corso “Amministratore di sistema”, appositamente dedicato a tale figura.

 

11 Maggio 2020/da Hedya
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