Il settore aereo non è “Immune” al rischio cyber: Easyjet, a rischio più di 9 milioni di passeggeri

Settore aereo a rischio Data breach: quali criticità?

 

A seguito del recente attacco hacker subito dalla compagnia aerea Easyjet, il settore aereo si conferma non esente dagli attacchi cyber. Sin dal 2018, infatti, l’aviazione londinese è stata oggetto di attacchi informatici attraverso la diffusione del cryptolocker WannaCry, che aveva paralizzato l’aviazione e il corretto servizio della British Airways.

L’episodio risultò particolarmente eclatante, in quanto rappresentava un incidente di sicurezza causato da un’errata percezione umana della soglia del rischio cyber, che si è tradotta nella mancata predisposizione di misure tecniche ed organizzative idonee ad assicurare adeguati standard di sicurezza.

Il caso British Airways ha dimostrato che il sistema IT costituisce un tassello fondamentale nella strategia organizzativa aziendale, che non può pertanto essere marginalizzato. Adeguare i propri sistemi IT implica dotarsi di architetture applicative aggiornate ed efficaci, al fine di evitare compromissioni della sicurezza.

L’importanza della sicurezza IT è confermata dal recente attacco che ha interessato la compagnia aerea Easyjet: lo scorso gennaio, in particolare, sono stati sottratti i contatti mail e altre informazioni di viaggio di 9 milioni di passeggeri; oltre a questi dati, l’indagine ha anche rilevato che sono stati consultati i dati della carta di credito di 2.208 clienti.

Come specificato in un Comunicato pubblicato sul sito web della compagnia, la società ha informato il Centro Nazionale della Sicurezza Informatica del Regno Unito, nonché l’Ufficio del Commissario per l’informazione (ICO) del Regno Unito.

La compagnia ha infine assicurato pubblicamente di aver già preso i provvedimenti adeguate per contattare tutti questi clienti ed è stata offerta assistenza. Non vi sarebbero prove che le informazioni personali di qualsiasi natura, compresi i dati della carta di credito siano state utilizzate in modo improprio.

 

 

La necessità di percorsi formativi adeguati e di servizi di consulenza mirati: le proposte di Hedya

Le recenti misure adottate a livello nazionale confermano che per poter operare correttamente, una ottima conoscenza dei principi e delle novità introdotte dal GDPR, nonché delle più importanti applicazioni pratiche, costituisce un requisito essenziale, benché non unico: occorrono, altresì, costanti aggiornamenti ed approfondimenti mirati sulle prassi applicative.

Per tali ragioni, Hedya propone:

  • percorsi di formazione e aggiornamento;
  • percorsi di approfondimento e perfezionamento;
  • servizi di consulenza per verificare la conformità alla normativa rilevante in materia.

Hedya propone un articolato percorso formativo, in relazione agli specifici bisogni e livelli formativi.

In particolare, si prevede:

 

  1. Corsi di formazione per Data Protection Officer
  • Corso “DPO: DATA PROTECTION OFFICER”, necessario per accedere a un percorso di elevata specializzazione. Il corso ha una durata di 40 ore di lezioni teoriche e 6 ore di simulazione dell’attività quotidiana del DPO;
  • Corso “DPO: DATA PROTECTION OFFICER – Avanzato”, per chi ha già acquisito le conoscenze di base di natura giuridica e organizzativa e intende acquisire le nozioni pratico- applicative di base per svolgere le attività di DPO;

 

  1. Corsi di formazione per tutti i soggetti coinvolti nelle operazioni di trattamento dati

 

Ulteriori dettagli sui percorsi formativi sono disponibili qui.