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Domicili Digitali, Agid lancia una consultazione sulle nuove Linee Guida

Domicili digitali: quali regole per garantire la PA Digitale?

La grave emergenza sanitaria ha accelerato processo di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e dei servizi digitali erogati, richiedendo il ricorso soluzioni e strumenti capaci di assicurare il processo di trasformazione digitale.

Nel corso degli ultimi mesi, pertanto, le Pubbliche Amministrazioni hanno cercato di dare attuazione alle prescrizioni ed indirizzi contenuti nel Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD). Il Codice, all’articolo 6 – quater, prevede la predisposizione dell’indice dei domicili digitali delle persone fisiche e degli altri enti di diritto privato non tenuti all’iscrizione in albi professionali o nel registro delle imprese (INAD).

Per implementare correttamente tale Indice, l’Agid ha realizzato le Linee guida dell’indice dei domicili digitali delle persone fisiche e degli altri enti di diritto privato non tenuti all’iscrizione in albi professionali o nel registro delle imprese (INAD), proposte in consultazione dall’8 giugno al 10 luglio.

In armonia con quanto disposto dall’articolo 60 del CAD, e coerentemente con il Piano Triennale, l’AgID ha inserito l’INAD nelle Basi dati di interesse nazionale: per tali ragioni (come ribadito nel  punto 2.8 delle Linee guida in consultazione), ne garantisce il pieno utilizzo secondo standard e criteri di sicurezza e di gestione adeguati.

Il sistema INAD, anche attraverso il punto di accesso telematico attivato presso la Presidenza del Consiglio dei ministri di cui all’articolo 64-bis, comma 1, del CAD, rende disponibili:

  • Il domicilio digitale dei soggetti che lo hanno eletto;
  • Le funzioni necessarie per la gestione del proprio domicilio digitale;
  • Le istruzioni per accedere all’assistenza.

 

Le Linee guida individuano come destinatari principali di questa consultazione:

  • Le pubbliche amministrazioni;
  • I cittadini e gli altri enti di diritto privato non tenuti all’iscrizione in albi professionali o nel registro delle imprese;
  • I professionisti iscritti in albi professionali.

 

Tale documento definisce:

 

  • le informazioni relative all’elezione, modifica, cancellazione del domicilio digitale che i soggetti preposti potranno inserire all’interno dell’INAD, così come previsto dal CAD (art. 6-quater);

 

  • la storicizzazione dei suddetti contenuti e la loro gestione.

 

La necessità di formazione in materia di GDPR e professioni digitali: Hedya propone i percorsi formativi innovativi

Le recenti Linee guida Agid in consultazione dimostrano che per poter operare correttamente sul web e nei luoghi di lavoro, occorre una buona conoscenza dei principi e delle novità introdotte dal GDPR.

Per tali ragioni, Hedya propone gli innovativi percorsi di formazione:

  • Il percorso formativo“IL RESPONSABILE PER LA TRANSIZIONE AL DIGITALE” per il corretto svolgimento dei compiti del Responsabile per la Transizione al Digitale, considerato il driver della transizione al Digitale.
  • Il percorso formativo “LE NUOVE PROFESSIONI DIGITALI. Obiettivi, definizioni e obblighi per le Pubbliche Amministrazioni”.

 

Inoltre, Hedya propone:

  • percorsi di formazione e aggiornamento;
  • percorsi di approfondimento e perfezionamento;
  • servizi di consulenza per verificare la conformità alla normativa rilevante in materia.

 

Si segnalano, per i percorsi formativi e di aggiornamento:

  • Corso “GDPR: LE PRINCIPALI NOVITÀ SULLA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI”, per ottenere un’adeguata formazione in materia di gestione dei dati personali;
  • Corso “DPO: DATA PROTECTION OFFICER”, per intraprendere un percorso professionale di elevata specializzazione per svolgere le funzioni tipiche del Data Protection Officer.
  • Non da ultimo, risulta indispensabile formare l’amministratore di sistema attraverso il corso “Amministratore di sistema”, appositamente dedicato a tale figura.

 

 

23 Giugno 2020/da Hedya
News

Diritti degli interessati, illegittimo cancellare i dati per impedire riscontri

GDPR e tutela degli interessati: quali regole per garantire l’esercizio dei diritti?

Con una recente pronuncia del 15 maggio, l’Autorità di controllo danese ha fornito ulteriori dettagli applicativi sulla gestione delle richieste avanzate dai soggetti interessati.

I diritti degli interessati costituiscono il nucleo della protezione dati. Il GDPR, infatti, rispetto alla previgente disciplina contenuta nella Direttiva europea 1995/46/Ce, investe l’interessato di più ampie facoltà, affinché lo stesso possa effettivamente esercitare forme più incisive di controllo sul trattamento dei propri dati personali.

Per tali ragioni, gli articoli 13 e 14 GDPR prevedono l’obbligo, gravante sul titolare del trattamento, di informare l’interessato della possibilità di esercitare i diritti di cui agli articoli 15 -22 (in particolare, diritto di accesso, di cancellazione, di limitazione del trattamento, diritto alla portabilità dei dati), nonché di proporre reclamo dinanzi all’autorità di controllo.

L’Autorità danese, in particolare, si è pronunciata sul delicato tema dell’esercizio dei diritti dell’interessato nei confronti del trattamento dati svolto da società di recruiting. In particolare, a seguito di un’istanza di esercizio dei diritti ai sensi dell’articolo 15 GDPR, un soggetto aveva avanzato richiesta di accesso ai propri dati personali.

La società di recruiting JobTeam, piuttosto che fornire le informazioni richieste dall’interessato, aveva invece provveduto a cancellare aprioristicamente le informazioni dai propri archivi, rendendo così impossibile l’esercizio di ogni diritto riconosciuto dal Regolamento.

A seguito di reclamo proposto all’Autorità di controllo, questa ha censurato la condotta della società di recruiting: l’Autorità danese, in particolare, ha ravvisato la violazione dei principi contenuti all’articolo 5 GDPR: come è noto, tale disposizione richiede che i dati personali debbano essere sempre trattati in modo lecito, corretto e trasparente. La decisione di cancellare i propri dati dai propri archivi, piuttosto che soddisfare la richiesta dell’interessato, integra un comportamento contrario ai requisiti previsti dall’art.5 del Gdpr; peraltro, l’Autorità di controllo danese ritiene che tale strategia comportamentale impedisse altresì ogni forma di controllo e verifica tanto da parte dell’autorità di controllo, quanto dell’autorità giudiziaria.

Pertanto, alla luce del quadro normativo danese in tema di data protection, la pratica è stata trasferita alle competenti autorità di polizia danesi, che dovranno valutare la sussistenza di condotte penalmente rilevanti, oltre alla possibilità di convalidare la sanzione pecuniaria sulla base della proposta dell’autorità.

 

La necessità di formazione in materia di GDPR e professioni digitali: Hedya propone i percorsi formativi innovativi

La recente posizione adottata dall’Autorità di controllo danese per la protezione dati dimostra che per poter operare correttamente sul web e nei luoghi di lavoro, occorre una buona conoscenza dei principi e delle novità introdotte dal GDPR.

Per tali ragioni, Hedya propone gli innovativi percorsi di formazione:

  • Il percorso formativo“IL RESPONSABILE PER LA TRANSIZIONE AL DIGITALE” per il corretto svolgimento dei compiti del Responsabile per la Transizione al Digitale, considerato il driver della transizione al Digitale.
  • Il percorso formativo “LE NUOVE PROFESSIONI DIGITALI. Obiettivi, definizioni e obblighi per le Pubbliche Amministrazioni”.

 

Inoltre, Hedya propone:

  • percorsi di formazione e aggiornamento;
  • percorsi di approfondimento e perfezionamento;
  • servizi di consulenza per verificare la conformità alla normativa rilevante in materia.

 

Si segnalano, per i percorsi formativi e di aggiornamento:

  • Corso “GDPR: LE PRINCIPALI NOVITÀ SULLA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI”, per ottenere un’adeguata formazione in materia di gestione dei dati personali;
  • Corso “DPO: DATA PROTECTION OFFICER”, per intraprendere un percorso professionale di elevata specializzazione per svolgere le funzioni tipiche del Data Protection Officer.
  • Non da ultimo, risulta indispensabile formare l’amministratore di sistema attraverso il corso “Amministratore di sistema”, appositamente dedicato a tale figura.

 

 

17 Giugno 2020/da Hedya
News

Gare telematiche, il gestore della piattaforma è responsabile del malfunzionamento

E- procurement e malfunzionamento della piattaforma: chi ne risponde?

Con sentenza del 3 giugno 2020 la sezione Terza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia si pronuncia in materia di E-procurement. Come è noto, il ricorso a mercati e gare telematiche costituisce strumento per la modernizzazione ed una maggiore efficienza dei processi amministrativi, nonché per il controllo e la riduzione della spesa pubblica.

Per tali ragioni, il 19 aprile 2016 è entrato in vigore il Decreto legislativo n. 50 (Codice dei Contratti pubblici), che fornisce disposizioni specifiche in merito al recepimento delle direttive europee in materia e introduce le azioni necessarie a regolamentare e standardizzare i processi e le procedure in ambito e-procurement.

Alla luce delle fonti nazionali e sovranazionali di riferimento, l’espletamento delle gare telematiche prevede l’obbligo delle comunicazioni elettroniche e, più precisamente:

 

  • La pubblicazione elettronica dei bandi di gara (e-notification);
  • L’accesso elettronico ai documenti di gara (e-access);
  • La presentazione elettronica delle offerte (e-submission);
  • Il documento di gara unico europeo (ESPD);
  • Il sistema informatico che consente di individuare i certificati e gli attestati più frequentemente richiesti nelle procedure d’appalto (e-Certis).

 

La fase dell’e-submission è quella che presenta maggiori criticità: spesso, infatti, gli operatori economici non possono concludere le operazioni previste secondo la procedura telematica, mediante l’elaborazione della “busta” e la susseguente apposizione della firma digitale, a causa di un blocco generato dalla piattaforma telematica.

In tali casi, secondo il Tar Puglia, sussiste un obbligo di leale collaborazione da parte del gestore della piattaforma, che dovrà individuare immediatamente le cause del blocco del sistema e adoperarsi per la finalizzazione assistita della procedura d’invio eventualmente anche successivo rispetto all’orario di scadenza. La stazione appaltante, pertanto, sarà tenuta a prorogare i termini per la presentazione delle offerte, per permettere all’operatore economico di concludere la presentazione della propria offerta. In tali casi, inoltre, il gestore delle piattaforme di e-procurement è responsabile nel caso di malfunzionamento del sistema di caricamento dei documenti e, in generale, di presentazione dell’offerta.

 

 

Come garantire la correttezza delle procedure? Hedya propone i percorsi innovativi “Il codice dei contratti pubblici” e “Tecniche di redazione degli atti amministrativi”

 

Le recenti pronunce sull’E-procurement dimostrano la sussistenza di nuove ed essenziali competenze per le PA nella gestione delle comunicazioni con tutti i soggetti richiedenti, per adeguarsi ai canoni di trasparenza e digitalizzazione in corso.

Per tali ragioni, Hedya propone gli innovativi percorsi di formazione:

  • “Il codice dei contratti pubblici”;
  • “Tecniche di redazione degli atti amministrativi”

 

I percorsi formativi sono rivolti al personale di enti pubblici e privati, a tutti i datori di lavoro e liberi professionisti interessati alla materia.

 

Inoltre, Hedya propone:

  • percorsi di formazione e aggiornamento;
  • percorsi di approfondimento e perfezionamento;
  • servizi di consulenza per verificare la conformità alla normativa rilevante in materia.

Hedya propone un articolato percorso formativo, in relazione agli specifici bisogni e livelli formativi.

In particolare, si prevede:

 

  1. Corsi di formazione per Data Protection Officer
  • Corso “DPO: DATA PROTECTION OFFICER”, necessario per accedere a un percorso di elevata specializzazione. Il corso ha una durata di 40 ore di lezioni teoriche e 6 ore di simulazione dell’attività quotidiana del DPO;
  • Corso “DPO: DATA PROTECTION OFFICER – Avanzato”, per chi ha già acquisito le conoscenze di base di natura giuridica e organizzativa e intende acquisire le nozioni pratico- applicative di base per svolgere le attività di DPO;

 

  1. Corsi di formazione per tutti i soggetti coinvolti nelle operazioni di trattamento dati
  • Corso “GDPR: LE PRINCIPALI NOVITÀ SULLA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI”, per consentire a tutti i soggetti coinvolti nel trattamento dei dati personali (ad esempio, personale dipendente) di ottenere un’adeguata formazione e aggiornamento in materia di gestione dei dati personali.

 

Ulteriori dettagli sui percorsi formativi sono disponibili qui.

 

 

12 Giugno 2020/da Hedya
News

PA e Smart working, avviata la consultazione pubblica per favorire la Transizione al digitale

Consultazione pubblica sullo smart working: la transizione al digitale è la regola?

 

Con la Legge n. 27 del 24 aprile 2020 e il D.P.C.M. del 26 aprile 2020 si è operata una rivoluzione dell’agire pubblico: per un verso, le Pubbliche amministrazioni sono state invitate a facilitare la transizione al digitale delle attività amministrative, anche attraverso la dematerializzazione dei procedimenti; per altro verso, si è definito il lavoro agile come modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa nelle pubbliche amministrazioni fino alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica.

Per supportare la transizione al digitale, il Ministro per la pubblica amministrazione ha adottato la direttiva n. 3/2020, con cui sono state fornite più precise indicazioni per lo smart working nel settore pubblico.

Al fine di valutare i vantaggi e le criticità desumibili dalle prime sperimentazioni di lavoro agile, il Ministro per la Pubblica Amministrazione ha promosso una consultazione pubblica, per raccogliere informazioni sulle esperienze in corso nelle amministrazioni.

In particolare, la consultazione terminerà il 30 giugno 2020, e procederà dapprima all’ascolto di due categorie di destinatari distinti e prioritari, quali:

  • i dirigenti pubblici, in quanto figura direttamente coinvolta nell’attuazione dello smart working dal punto di vista dell’organizzazione del lavoro e, più in generale, di promotori dei fattori abilitanti (revisione delle modalità organizzative, digitalizzazione dei processi);
  • i dipendenti, in qualità di “lavoratori agili” e, più in generale, di principali portatori di interesse rispetto ai processi di cambiamento indotti dallo smart working.

 

Gli obiettivi principali della consultazione consistono nel rilevare:

  • Le opinioni e le valutazioni dei dirigenti delle pubbliche amministrazioni, nonché tutte le osservazioni utili per accompagnare, sostenere e promuovere la diffusione dello smart working;
  • Le opinioni e le valutazioni dei dipendenti che hanno prestato la propria attività lavorativa in modalità agile prima e durante l’emergenza COVID-19. In secondo luogo, verranno valutati il grado di soddisfazione, la rispondenza dell’esperienza realizzata rispetto alle proprie aspettative, i punti di forza alle eventuali criticità e i margini di miglioramento di cui tener conto ai fini di una ottimale applicazione futura dello smart working nelle amministrazioni pubbliche;
  • Le aspettative e le eventuali indicazioni di tutti riguardo al “lavoro agile del futuro” e quindi al “futuro del lavoro pubblico”.

 

 

 

La necessità di formazione in materia di Smart working e Sicurezza: Hedya propone i percorsi formativi innovativi

Il tema cruciale per garantire la transizione al digitale è sicuramente quello legato alle competenze digitali nella PA, che costituisce il fattore abilitante per qualsiasi corretta e adeguata governance dell’innovazione. Le recenti misure adottate a livello nazionale confermano che per poter operare correttamente, occorre un’adeguata preparazione in materia di sicurezza, privacy e tutela dei lavoratori. Accanto alla predisposizione di tali misure tecnico – organizzative, con la Direttiva 3/2020 il Ministro per la Pubblica amministrazione considera fondamentale il ricorso all’attività formativa come strumento di accompagnamento del proprio personale nel processo di trasformazione digitale dell’amministrazione e di diffusione della capacità di lavorare in modalità agile per il raggiungimento degli obiettivi assegnati.

 

Per tali ragioni, Hedya propone gli innovativi percorsi di formazione:

 

  • “Smart working, Privacy e Cyber Security”;
  • “La Protezione dei Dati Personali nei luoghi di lavoro pubblici e privati”.
  • Il percorso formativo“IL RESPONSABILE PER LA TRANSIZIONE AL DIGITALE” per il corretto svolgimento dei compiti del Responsabile per la Transizione al Digitale, considerato il driver della transizione al Digitale.
  • Il percorso formativo “LE NUOVE PROFESSIONI DIGITALI. Obiettivi, definizioni e obblighi per le Pubbliche Amministrazioni”.

 

Il percorso è rivolto:

  • a tutti coloro che all’interno delle Pubbliche Amministrazioni sono coinvolti, a vario titolo, nei processi di trasformazione alla modalità digitale;
  • a tutti coloro che sono stati nominati e che svolgono attualmente il ruolo di Responsabile per la Transizione al Digitale.

 

Inoltre, Hedya supporta le Pubbliche Amministrazioni attraverso servizi di consulenza mirati, in materia di digitalizzazione, sui temi più critici connessi agli obblighi e agli adempimenti prescritti dalla legge.

Ulteriori dettagli sui percorsi formativi sono disponibili qui.

 

11 Giugno 2020/da Hedya
News

Conservazione documenti digitali, parere Garante all’AgID: aumentare la protezione dei dati personali contenuti nei documenti informatici

Documento informatico: il Garante richiede maggiore protezione dei dati personali contenuti nei documenti informatici

 

Con il Parere del 21 maggio 2020, il Garante per la protezione dei dati personali si è nuovamente pronunciato in materia di Conservazione dei documenti informatici: in linea con quanto già rilevato in un precedente Provvedimento, lo schema di “Linee Guida sulla formazione, gestione e conservazione dei documenti informatici” deve assicurare la centralità del GDPR. Come già descritto nel precedente post, infatti, la protezione dei dati personali contenuti nei documenti informatici deve essere costantemente garantita.

Nel recente parere, pertanto, il Garante ha ribadito la necessità:

  • Di apprestare più elevati standard di sicurezza;
  • Di favorire maggiore coordinamento tra Responsabile della Conservazione, Responsabile per la Transizione al Digitale (RTD) e Responsabile per la Protezione dati (DPO).

 

In particolare, secondo il Garante il Conservatore riveste il ruolo di responsabile del trattamento: pertanto, le Linee guida dovranno rimarcare gli obblighi del conservatore in materia di restituzione dei dati al produttore (titolare del trattamento). Proprio per tali ragioni, inoltre, è importante che nel processo di cessazione venga coinvolto anche il Responsabile per la protezione dei dati (Dpo).

Nel complesso, dunque, le indicazioni fornite dal Garante consentiranno di aumentare la protezione dei dati personali contenuti nei documenti informatici, garantendo la sicurezza del trattamento, anche attraverso una più chiara attribuzione dei compiti e una corretta ripartizione delle responsabilità.

 

Il Garante, pertanto, ha evidenziato la necessità di alcuni ulteriori perfezionamenti, volti a renderlo pienamente conforme ai principi e alle garanzie in materia di protezione dei dati personali.

Al contempo, per attuare il piano della sicurezza del sistema di gestione informatica dei documenti, nell’ambito del piano generale della sicurezza ed in coerenza con quanto previsto dal Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione vigente, il Garante ha richiesto di apprestare una forte coordinazione e collaborazione tra:

  • Responsabile della gestione documentale;
  • Responsabile della sicurezza;
  • Responsabile della conservazione;
  • Responsabile dell’ufficio per la Transizione al Digitale (RTD);
  • Responsabile per la Protezione dati (DPO).

In particolare, il responsabile della conservazione, di concerto con il responsabile della sicurezza e con il responsabile della transizione digitale, acquisito il parere del responsabile della protezione dei dati personali, provvede a predisporre, nell’ambito del piano generale della sicurezza, il piano della sicurezza del sistema di conservazione, mettendo in atto opportune misure tecniche e organizzative per garantire un livello di sicurezza adeguato al rischio in materia di protezione dei dati personali, ai sensi dell’art. 32 del GDPR.

 

 

Come assicurare la collaborazione tra le varie figure professionali? Hedya propone un percorso formativo innovativo sulle “Nuove Professioni Digitali”

 

Le posizioni del Garante evidenziano la necessità di percorsi formativi integrati, che coinvolgano le varie figure professionali.

 

Per tali ragioni, Hedya propone il percorso formativo innovativo “Le Nuove Professioni Digitali”. Se il Codice dell’Amministrazione Digitale (D.Lgs. 82/2005 o semplicemente CAD) e la normativa collegata (Linee Guida AgID) ci presentano il Responsabile Transizione al Digitale e Responsabile della Conservazione Documentale, il Regolamento Europeo 2016/679 (GDPR) schiera in campo il Responsabile per la protezione dei dati personali e l’Amministratore di sistema.  Si tratta di nuove figure professionali, la cui formazione deve necessariamente essere di natura trasversale, che convivono della nuova P.A. Digitale e che ne guidano il cambiamento.

 

Per garantire adeguata formazione specialistica, Hedya propone un percorso formativo per tutti coloro che vogliano intraprendere un percorso professionale di elevata specializzazione, finalizzato all’acquisizione delle conoscenze preliminari di natura giuridica, organizzativa e tecnologica tipiche del ruolo di Responsabile della Conservazione dei documenti informatici. Il Responsabile della Conservazione rappresenta dunque una figura con formazione specialistica che ha il compito di definire e attuare, in piena autonomia decisionale, le politiche in merito alla progettazione e alla gestione dei sistemi informatici di conservazione e archiviazione documentale.

I contenuti del corso mirano, pertanto, ad illustrare le vigenti disposizioni in materia di:

  • Dematerializzazione;
  • Digitalizzazione;
  • Conservazione e Archiviazione di documenti informatici;

 

Ulteriori informazioni sono disponibili qui.

 

9 Giugno 2020/da Hedya
News

Nuove Linee Guida AgID sul Procurement ICT: la sicurezza ICT passa per la formazione

Sicurezza nel Procurement ICT: quali regole?

Il tema della sicurezza costituisce un tassello imprescindibile per la corretta realizzazione dell’Amministrazione Digitale: la sicurezza informatica rappresenta un elemento necessario per garantire la disponibilità, l’integrità e la riservatezza delle informazioni del Sistema informativo della Pubblica amministrazione; più in generale, occorre realizzare un sistema amministrativo capace di ispirare fiducia nei cittadini, presupposto per la diffusione dei servizi digitali.

Per tali ragioni, l’AgID ha emanato lo scorso 20 maggio le Linee Guida sulla sicurezza nel Procurement ICT, che erano in consultazione dal 14 maggio al 13 giugno 2019, assieme alle “Linee guida per lo sviluppo e la definizione del modello nazionale di riferimento per i CERT regionali”.

Si tratta di un documento orientativo, destinato in misura prevalente a tutti coloro che all’interno delle pubbliche amministrazioni si occupano a vario titolo di acquisizione di strumenti informatici, come ad esempio dirigenti, funzionari, RUP delle gare pubbliche, responsabili della transizione al digitale, responsabili dell’organizzazione, pianificazione e sicurezza. Purtuttavia, le Linee Guida hanno un respiro molto ampio, offrendo altresì indicazioni utili per gli operatori di mercato che forniscono soluzioni Ict alle Pubbliche Amministrazioni.

Le Linee Guida propongono una serie di azioni per strutturare e formalizzare i futuri procedimenti di acquisizione: l’intento consiste nel minimizzare il rischio di trovarsi in situazioni inaspettate ed inattese, dovendo ricorrere a soluzioni estemporanee e, spesso, non adeguate ad eliminare il problema.

In particolare, il documento ha la finalità di:

  • illustrare in modo semplice la problematica della sicurezza nel procurement ICT;
  • formalizzare definizioni e concetti legati alla sicurezza nel procurement ICT, rendendoli coerenti con la norma e con il contesto della pubblica amministrazione;
  • presentare buone prassi, soluzioni già in uso, misure semplici da adottare (strumenti operativi, esempi pratici, riferimenti puntuali), per verificare il livello di sicurezza degli attuali processi di acquisizione ed eventualmente per migliorarne la qualità.

Dal punto di vista organizzativo, le Linee Guida richiamano la necessità di continua formazione e coordinamento tra le figure maggiormente coinvolte in tali processi, in particolare conseguendo competenze aggiornate di Procurement Management, Gestione Progetti, Asset Management, Change Management, Risk Management, Sicurezza e Protezione dei Dati.

Al contempo, l’AgID ritiene che la promozione della sicurezza costituisca un fattore essenziale: infatti, è essenziale che le amministrazioni mantengano al loro interno un adeguato livello di consapevolezza sulla tematica della sicurezza nel procurement ICT, anche attraverso l’inserimento di sessioni formative nella normale attività di formazione verso i dipendenti (ad esempio, nel calendario della formazione obbligatoria sulla sicurezza dei luoghi di lavoro e sulla privacy).

 

 

 

L’importanza della formazione e della consulenza specialistica come fattore di prevenzione

 

Le nuove minacce congeniate dai cyber- criminali espongono gli operatori economici e le Pubbliche amministrazioni a nuove criticità e preoccupazioni. In questi casi, l’assenza di formazione ed informazione su tali aspetti costituiscono i primi fattori di vulnerabilità del sistema organizzativo aziendale e pubblico.

Per tali ragioni, Hedya presenta gli innovativi percorsi di formazione:

  • “Smart working, Privacy e Cyber Security”;
  • “La Protezione dei Dati Personali nei luoghi di lavoro pubblici e privati”.

I percorsi formativi sono rivolti al personale di enti pubblici e privati, a tutti i datori di lavoro e liberi professionisti interessati alla materia.

 

Inoltre, Hedya propone:

  • percorsi di formazione e aggiornamento;
  • percorsi di approfondimento e perfezionamento;
  • servizi di consulenza per verificare la conformità alla normativa rilevante in materia.

 

Si segnalano, per i percorsi formativi e di aggiornamento:

  • Corso “GDPR: LE PRINCIPALI NOVITÀ SULLA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI”, per ottenere un’adeguata formazione in materia di gestione dei dati personali;
  • Corso “DPO: DATA PROTECTION OFFICER”, per intraprendere un percorso professionale di elevata specializzazione per svolgere le funzioni tipiche del Data Protection Officer.
  • Non da ultimo, risulta indispensabile formare l’amministratore di sistema attraverso il corso “Amministratore di sistema”, appositamente dedicato a tale figura.

 

 

 

28 Maggio 2020/da Hedya
News

Accessibilità siti web PA: adempimenti entro il 23 settembre e centralità del RTD

Accessibilità e Trasparenza per le PA: quali doveri per il Responsabile per la Transizione al digitale?

Il tema dell’accessibilità ICT nelle Pubbliche amministrazioni ha subito recenti innovazioni. In particolare, l’Italia ha recepito la Direttiva UE 2016/2102 con il Decreto legislativo n. 106 del 10 agosto 2018, che ha aggiornato e modificato la Legge 4/2004, per evitare discriminazioni agli utenti con disabilità.

Per tali ragioni, l’Agid ha emanato le Linee Guida sull’ accessibilità degli strumenti informatici, così come disposto dall’ art. 11 della L. 4/2004, al fine di definire correttamente:

  • i requisiti tecnici per l’accessibilità degli strumenti informatici, inclusi i siti web e le applicazioni mobili;
  • le metodologie tecniche per la verifica dell’accessibilità degli strumenti informatici;
  • il modello della dichiarazione di accessibilità;
  • la metodologia di monitoraggio e valutazione della conformità degli strumenti informatici alle prescrizioni in materia di accessibilità;
  • le circostanze in presenza delle quali si determina un onere sproporzionato.

 

Alla luce delle Linee Guida, le Pubbliche Amministrazioni saranno tenute a nuovi adempimenti. In particolare:

  • Entro il 23 Settembre 2020 tutti i siti web delle PA dovranno essere aggiornati in conformità al nuovo contesto normativo di riferimento;
  • Nella valutazione o acquisto di prodotti Ict, specialmente nel caso di portali internet e applicazioni mobili, deve ponderare e pretendere siano rispettati tutti i criteri e le norme vigenti in tema di accessibilità ed usabilità.

 

Tali adempimenti saranno oggetto di valutazione periodica da parte dell’Agid, che effettuerà il monitoraggio dei siti web e delle app su un campione rappresentativo, relazionando ogni 3 anni alla Commissione europea sui risultati del monitoraggio.

Le Linee guida per l’accessibilità dei prodotti ICT rende la figura del Responsabile per la transizione al digitale (RTD) essenziale e centrale. Infatti:

  • È necessaria la nomina del Responsabile per la Transizione Digitale e la pubblicazione della sua mail su IndicePA, al fine di poter ricevere le credenziali di accesso all’applicazione della dichiarazione;
  • Questi, sarà poi tenuto a pubblicare annualmente una dichiarazione di accessibilità per ogni sito web e applicazione mobile dell’amministrazione.

 

 

La necessità di formazione per garantire la Transizione al digitale: Hedya propone i percorsi formativi innovativi

Gli adempimenti richiesti dalle Linee Guida sull’accessibilità richiedono una maggiore comprensione dei soggetti che interagiscono nella creazione, gestione e mantenimento di siti web, contenuti e app mobili. Il tema cruciale per garantire la transizione al digitale è sicuramente quello legato alle competenze digitali nella PA, che costituisce il fattore abilitante per qualsiasi corretta e adeguata governance dell’innovazione. Le recenti misure adottate a livello nazionale confermano che per poter operare correttamente, occorre un’adeguata preparazione in materia di sicurezza, privacy e tutela dei lavoratori. Per tali ragioni, Hedya propone gli innovativi percorsi di formazione:

 

  • “Smart working, Privacy e Cyber Security”;
  • “La Protezione dei Dati Personali nei luoghi di lavoro pubblici e privati”.
  • Il percorso formativo“IL RESPONSABILE PER LA TRANSIZIONE AL DIGITALE” per il corretto svolgimento dei compiti del Responsabile per la Transizione al Digitale, considerato il driver della transizione al Digitale.
  • Il percorso formativo “LE NUOVE PROFESSIONI DIGITALI. Obiettivi, definizioni e obblighi per le Pubbliche Amministrazioni”.

 

Il percorso è rivolto:

  • a tutti coloro che all’interno delle Pubbliche Amministrazioni sono coinvolti, a vario titolo, nei processi di trasformazione alla modalità digitale;
  • a tutti coloro che sono stati nominati e che svolgono attualmente il ruolo di Responsabile per la Transizione al Digitale.

 

Inoltre, Hedya supporta le Pubbliche Amministrazioni attraverso servizi di consulenza mirati, in materia di digitalizzazione, sui temi più critici connessi agli obblighi e agli adempimenti prescritti dalla legge.

Ulteriori dettagli sui percorsi formativi sono disponibili qui.

 

20 Maggio 2020/da Hedya
News

Data Breach Inps, per il Garante costituisce un rischio elevato per i diritti e le libertà dei soggetti coinvolti

Il Data Breach Inps: ancora criticità secondo il Garante?

Il caso di Data breach che ha colpito il portale dell’Inps nel mese di Aprile rappresenta una delle più recenti violazioni che hanno interessato le Pubbliche Amministrazioni. Come evidenziato nel precedente post, il Garante per la protezione dei dati personali ha dichiarato che l’assenza di adeguate misure di sicurezza per la tutela delle banche dati e dei siti delle amministrazioni pubbliche rappresenta una questione critica ricorrente.

Con note del 1° aprile e del 6 aprile 2020, l’Inps ha reso note le violazioni dei dati personali che si sono verificate in occasione dell’avvio delle procedure per la richiesta di erogazione di prestazioni a sostegno del reddito, notificando all’Autorità, ai sensi dell’art. 33 GDPR, due distinte violazioni dei dati personali. In particolare:

  • L’accesso ai dati personali di utenti del portale “www.inps.it” da parte di terzi non autorizzati, determinato da una non corretta configurazione delle funzionalità di caching del servizio CDN (Content Delivery Network) utilizzato;
  • L’accesso ai dati personali di utenti che hanno richiesto l’erogazione del bonus per l’acquisto di servizi di baby-sitting di cui all’art. 25 del d.l. 17 marzo 2020, n. 18, con visualizzazione, modifica, cancellazione o invio all’INPS di domande, contenenti dati personali riferiti a minori, anche con disabilità, da parte di terzi non autorizzati.

 

L’episodio ha fatto emergere di talune criticità nell’adozione delle più opportune misure di sicurezza, richieste dall’art. 32 GDPR. In ogni caso, l’Istituto ha ritenuto che la violazione non fosse tale da rappresentare un rischio elevato per i diritti e le libertà delle persone fisiche e, pertanto, difettassero i presupposti per la comunicazione della violazione dei dati personali agli interessati coinvolti.

Con provvedimento del 14 maggio 2020, il Garante per la protezione dei dati personali ha invece rilevato la sussistenza di rischi elevati per i diritti e le libertà degli interessati.

Di conseguenza, ha ravvisato la necessità e l’urgenza di ingiungere all’Inps, ai sensi dell’art. 58, par. 2, lett. e) GDPR. In particolare:

  • Di comunicare le violazioni dei dati personali agli interessati coinvolti, descrivendo la natura delle violazioni e le possibili conseguenze delle stesse;
  • Di fornire i dati di contatto del responsabile della protezione dei dati o di altro punto di contatto appositamente istituito presso cui ottenere più informazioni;
  • Di indicare agli interessati le specifiche sulle misure che possono adottare per proteggersi da eventuali conseguenze negative delle violazioni.

 

Come assicurare la collaborazione tra le varie figure professionali? Hedya propone un percorso formativo innovativo sulle “Nuove Professioni Digitali”

 

Le posizioni del Garante evidenziano la necessità, per le Pubbliche Amministrazioni, di percorsi formativi:

  • integrati, che coinvolgano le varie figure professionali;
  • mirati ad assicurare la sicurezza del trattamento;
  • aggiornati su tutte le principali questioni connesse al GDPR.

 

Per tali ragioni, Hedya propone il percorso formativo innovativo “Le Nuove Professioni Digitali”. Se il Codice dell’Amministrazione Digitale (D.Lgs. 82/2005 o semplicemente CAD) e la normativa collegata (Linee Guida AgID) ci presentano il Responsabile Transizione al Digitale e Responsabile della Conservazione Documentale, il Regolamento Europeo 2016/679 (GDPR) schiera in campo il Responsabile per la protezione dei dati personali e l’Amministratore di sistema.  Si tratta di nuove figure professionali, la cui formazione deve necessariamente essere di natura trasversale, che convivono della nuova P.A. Digitale e che ne guidano il cambiamento.

 

Hedya propone inoltre un articolato percorso formativo, in relazione agli specifici bisogni e livelli formativi.

In particolare, si prevede:

 

  1. Corsi di formazione per Data Protection Officer
  • Corso “DPO: DATA PROTECTION OFFICER”, necessario per accedere a un percorso di elevata specializzazione. Il corso ha una durata di 40 ore di lezioni teoriche e 6 ore di simulazione dell’attività quotidiana del DPO;
  • Corso “DPO: DATA PROTECTION OFFICER – Avanzato”, per chi ha già acquisito le conoscenze di base di natura giuridica e organizzativa e intende acquisire le nozioni pratico- applicative di base per svolgere le attività di DPO;

 

  1. Corsi di formazione per tutti i soggetti coinvolti nelle operazioni di trattamento dati
  • Corso “GDPR: LE PRINCIPALI NOVITÀ SULLA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI”, per consentire a tutti i soggetti coinvolti nel trattamento dei dati personali (ad esempio, personale dipendente) di ottenere un’adeguata formazione e aggiornamento in materia di gestione dei dati personali.

 

  1. Formazione e consulenza in materia di Digitalizzazione

Hedya supporta le Pubbliche Amministrazioni anche attraverso servizi di consulenza mirati, in materia di digitalizzazione, sui temi più critici connessi agli obblighi e agli adempimenti prescritti dalla legge.

Per tali ragioni, Hedya propone il percorso formativo “IL RESPONSABILE PER LA TRANSIZIONE AL DIGITALE” per il corretto svolgimento dei compiti del Responsabile per la Transizione al Digitale, considerato il driver della transizione al Digitale.

Il percorso è rivolto:

  • a tutti coloro che all’interno delle Pubbliche Amministrazioni sono coinvolti, a vario titolo, nei processi di trasformazione alla modalità digitale;
  • a tutti coloro che sono stati nominati e che svolgono attualmente il ruolo di Responsabile per la Transizione al Digitale.

 

Ulteriori dettagli sui percorsi formativi sono disponibili qui.

 

 

 

 

18 Maggio 2020/da Hedya
News

Smart working e formazione per la trasformazione al digitale: le nuove regole secondo il Ministro per la Pubblica Amministrazione

Smart working nella Fase 2: nuova regola per la PA

 

Con l’evolversi della situazione epidemiologica, sono state definite ulteriori misure per lo svolgimento delle attività lavorative nella fase 2 dell’emergenza Covid-19.

Con la Legge n. 27 del 24 aprile 2020, le Pubbliche amministrazioni sono invitate a facilitare la transizione al digitale delle attività amministrative: in particolare, dovranno individuare ogni misura utile per consentire la dematerializzazione dei procedimenti, così da permettere a tutti i dipendenti lo svolgimento della propria prestazione lavorativa.

Per garantire la continuità della prestazione lavorativa, il D.P.C.M. del 26 aprile 2020 ha definito il lavoro agile come modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa nelle pubbliche amministrazioni fino alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica.

Per supportare la transizione al digitale, il Ministro per la pubblica amministrazione ha adottato la direttiva n. 3/2020, con cui vengono fornite indicazioni per lo smart working nel settore pubblico. La direttiva suggerisce, in particolare:

  • Di provvedere, mediante il personale in presenza, alla scansione e all’invio della documentazione al personale in modalità agile;
  • All’utilizzo di cloud, offerti gratuitamente anche in questa fase da provider privati, per l’archiviazione di documentazione.

 

Accanto alla predisposizione di tali misure tecnico – organizzative, il Ministro per la Pubblica amministrazione considera fondamentale il ricorso all’attività formativa come strumento di accompagnamento del proprio personale nel processo di trasformazione digitale dell’amministrazione e di diffusione della capacità di lavorare in modalità agile per il raggiungimento degli obiettivi assegnati.

Le indicazioni recentemente adottate si accompagnano alle precedenti direttive emanate nel contesto emergenziale. Tra queste, si ricorda la direttiva n. 1/2020 del Dipartimento della Funzione Pubblica, che ha previsto l’utilizzabilità dei propri dispositivi per svolgere la prestazione lavorativa, purchè siano garantiti adeguati livelli di sicurezza e protezione della rete secondo le esigenze e le modalità definite dalle singole pubbliche amministrazioni.

Purtuttavia, l’utilizzo di dispositivi personali e non forniti dall’azienda, come visto nel precedente post, tende a far trascurare l’adozione di opportune misure di sicurezza, e si sottovalutano i piccoli rischi normalmente connessi alla navigazione in rete e accettati con ingenuità.

Per supportare i dipendenti pubblici nell’utilizzo più sicuro di pc, tablet e smartphone personali, il CertPA di AgID ha enucleato undici Raccomandazioni per supportare le PA e i lavoratori Pubblici e sostenerli nel contrastare eventuali attacchi informatici con comportamenti responsabili, anche quando utilizzano dotazioni personali. Nello specifico, le Raccomandazioni sono state elaborate sulla base delle misure minime di sicurezza informatica per le pubbliche amministrazioni fissate dalla circolare  17 marzo 2017, n. 1/2017.

 

 

La necessità di formazione in materia di Smart working e Sicurezza: Hedya propone i percorsi formativi innovativi

Il tema cruciale per garantire la transizione al digitale è sicuramente quello legato alle competenze digitali nella PA, che costituisce il fattore abilitante per qualsiasi corretta e adeguata governance dell’innovazione. Le recenti misure adottate a livello nazionale confermano che per poter operare correttamente, occorre un’adeguata preparazione in materia di sicurezza, privacy e tutela dei lavoratori. Per tali ragioni, Hedya propone gli innovativi percorsi di formazione:

 

  • “Smart working, Privacy e Cyber Security”;
  • “La Protezione dei Dati Personali nei luoghi di lavoro pubblici e privati”.
  • Il percorso formativo“IL RESPONSABILE PER LA TRANSIZIONE AL DIGITALE” per il corretto svolgimento dei compiti del Responsabile per la Transizione al Digitale, considerato il driver della transizione al Digitale.
  • Il percorso formativo “LE NUOVE PROFESSIONI DIGITALI. Obiettivi, definizioni e obblighi per le Pubbliche Amministrazioni”.

 

Il percorso è rivolto:

  • a tutti coloro che all’interno delle Pubbliche Amministrazioni sono coinvolti, a vario titolo, nei processi di trasformazione alla modalità digitale;
  • a tutti coloro che sono stati nominati e che svolgono attualmente il ruolo di Responsabile per la Transizione al Digitale.

 

Inoltre, Hedya supporta le Pubbliche Amministrazioni attraverso servizi di consulenza mirati, in materia di digitalizzazione, sui temi più critici connessi agli obblighi e agli adempimenti prescritti dalla legge.

Ulteriori dettagli sui percorsi formativi sono disponibili qui.

 

7 Maggio 2020/da Hedya
News

Data Breach Inps, per il Garante è segno di un’insufficiente cultura della protezione dati nel nostro Paese

Il Data Breach Inps: ancora criticità per le PA?

Il caso di Data breach che ha colpito il portale dell’Inps rappresenta soltanto l’ultima delle molteplici violazioni che hanno interessato le Pubbliche Amministrazioni. Come dichiarato dal Garante per la protezione dei dati personali, infatti, l’assenza di adeguate misure di sicurezza per la tutela delle banche dati e dei siti delle amministrazioni pubbliche rappresenta una questione critica costante.

Le amministrazioni pubbliche, infatti, trattano quotidianamente ingenti moli di dati personali, per lo svolgimento delle proprie funzioni e l’erogazione di servizi pubblici online.

Le Pubbliche amministrazioni, in particolare, devono garantire:

  • La sicurezza del trattamento, come previsto dall’art. 32 GDPR;
  • L’implementazione di misure che garantiscano la privacy by default e by design;
  • Il rispetto dei diritti dell’interessato;
  • La nomina del Data protection Officer (DPO)

 

Il data breach dell’Istituto ha messo in luce una serie di criticità. Per consentire l’erogazione di sussidi economici, l’Inps aveva istituito sul proprio sito, dal 1 aprile 2020, una pagina dedicata a tale richiesta, previa registrazione del richiedente. Sin dai primi utilizzi del portale, tuttavia, è stato possibile accedere in modo incontrollato ai dati personali di un numero elevatissimo di contribuenti: in particolare, sono stati visibili in chiaro milioni di dati personali relativi ai dati inseriti nella registrazione, tra cui anche gli Iban personali e gli indirizzi di residenza. L’episodio ha dimostrato tutta la vulnerabilità delle misure di sicurezza precedentemente predisposte, violando l’art. 32 GDPR e richiedendo l’intervento del Garante che ha avviato un’istruttoria allo scopo di effettuare opportune verifiche e valutare l’adeguatezza delle contromisure adottate dall’Ente e gli interventi necessari a tutelare i diritti e le libertà degli interessati.

Nel complesso, la violazione ha permesso l’emergere di ulteriori criticità, che non incidono sulle misure di sicurezza. In particolare:

  • L’assenza di un Responsabile della protezione dati al momento della verificazione della violazione;
  • La possibile condizione di conflitto di interessi del Resposabile per la protezione dati, per tutto il periodo di esercizio della funzione.

 

Come assicurare la collaborazione tra le varie figure professionali? Hedya propone un percorso formativo innovativo sulle “Nuove Professioni Digitali”

 

Le posizioni del Garante evidenziano la necessità, per le Pubbliche Amministrazioni, di percorsi formativi:

  • integrati, che coinvolgano le varie figure professionali;
  • mirati ad assicurare la sicurezza del trattamento;
  • aggiornati su tutte le principali questioni connesse al GDPR.

 

Per tali ragioni, Hedya propone il percorso formativo innovativo “Le Nuove Professioni Digitali”. Se il Codice dell’Amministrazione Digitale (D.Lgs. 82/2005 o semplicemente CAD) e la normativa collegata (Linee Guida AgID) ci presentano il Responsabile Transizione al Digitale e Responsabile della Conservazione Documentale, il Regolamento Europeo 2016/679 (GDPR) schiera in campo il Responsabile per la protezione dei dati personali e l’Amministratore di sistema.  Si tratta di nuove figure professionali, la cui formazione deve necessariamente essere di natura trasversale, che convivono della nuova P.A. Digitale e che ne guidano il cambiamento.

 

Hedya propone inoltre un articolato percorso formativo, in relazione agli specifici bisogni e livelli formativi.

In particolare, si prevede:

 

  1. Corsi di formazione per Data Protection Officer
  • Corso “DPO: DATA PROTECTION OFFICER”, necessario per accedere a un percorso di elevata specializzazione. Il corso ha una durata di 40 ore di lezioni teoriche e 6 ore di simulazione dell’attività quotidiana del DPO;
  • Corso “DPO: DATA PROTECTION OFFICER – Avanzato”, per chi ha già acquisito le conoscenze di base di natura giuridica e organizzativa e intende acquisire le nozioni pratico- applicative di base per svolgere le attività di DPO;

 

  1. Corsi di formazione per tutti i soggetti coinvolti nelle operazioni di trattamento dati
  • Corso “GDPR: LE PRINCIPALI NOVITÀ SULLA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI”, per consentire a tutti i soggetti coinvolti nel trattamento dei dati personali (ad esempio, personale dipendente) di ottenere un’adeguata formazione e aggiornamento in materia di gestione dei dati personali.

 

  1. Formazione e consulenza in materia di Digitalizzazione

Hedya supporta le Pubbliche Amministrazioni anche attraverso servizi di consulenza mirati, in materia di digitalizzazione, sui temi più critici connessi agli obblighi e agli adempimenti prescritti dalla legge.

Per tali ragioni, Hedya propone il percorso formativo “IL RESPONSABILE PER LA TRANSIZIONE AL DIGITALE” per il corretto svolgimento dei compiti del Responsabile per la Transizione al Digitale, considerato il driver della transizione al Digitale.

Il percorso è rivolto:

  • a tutti coloro che all’interno delle Pubbliche Amministrazioni sono coinvolti, a vario titolo, nei processi di trasformazione alla modalità digitale;
  • a tutti coloro che sono stati nominati e che svolgono attualmente il ruolo di Responsabile per la Transizione al Digitale.

 

Ulteriori dettagli sui percorsi formativi sono disponibili qui.

 

 

 

 

15 Aprile 2020/da Hedya

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