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Subappalto, illegittimo il limite fissato rigidamente al 30% dell’importo contrattuale

Subappalti e limiti del Codice dei contratti pubblici: cosa cambia?

Con la recente sentenza dello scorso 11 giugno 2020, il Tar Toscana conduce un’importante riflessione in materia di subappalto. Come è noto, il subappalto è regolato dall’articolo 105 del D.lgs. 50/2016, cd. “Codice dei contratti pubblici”, che lo qualifica come il contratto con il quale l’appaltatore affida a terzi l’esecuzione di parte delle prestazioni o lavorazioni oggetto del contratto di appalto.

La norma, in particolare, prescrive un limite quantitativo al ricorso a tale contratto, che non potrà superare il 30% dell’importo complessivo del contratto di lavori, servizi o forniture. Le Amministrazioni, alla luce del quadro normativo così delineato, hanno interpretato la limitazione prevista dall’articolo 105 in modo rigoroso, esplicitando in apposite clausole contenute nei bandi di gara l’inderogabilità della soglia prevista.

Per tali ragioni, il Tar Toscana ha proceduto ad una rilettura della disposizione del Codice, in linea con i più recenti orientamenti della giurisprudenza dell’Unione europea. La Corte di Giustizia dell’Unione europea, infatti, con sentenza C-63/18 del 26 settembre 2019, ha affermato che la direttiva 2014/24/Ue in materia di contratti pubblici dev’essere interpretata nel senso che osta a una normativa nazionale, come quella di cui all’art. 105 del codice dei contratti pubblici, che limita in modo rigido ed indiscriminato al 30% la parte dell’appalto che l’offerente è autorizzato a subappaltare a terzi.

Pertanto, il Tar ha affermato che il bando di gara, nella parte in cui ha fatto applicazione di una norma nazionale contrastante con la vigente direttiva in materia di appalti pubblici (così come interpretata dalla Corte di Giustizia) debba ritenersi illegittimo e va annullato.

L’effetto del predetto annullamento, inoltre, investe l’intera procedura atteso che la eliminazione del limite all’importo subappaltabile incide sulle regole concorrenziali per l’accesso alla commessa e richiede quindi la apertura di un nuovo confronto pubblico e trasparente sulla base di regole conformi alla disciplina comunitaria.

 

Come garantire la correttezza delle procedure di gara? Hedya propone i percorsi innovativi “Il codice dei contratti pubblici” e “Tecniche di redazione degli atti amministrativi”

 

Le recenti posizioni del Tar Toscana ridisegnano i confini tra appalti pubblici e limiti al subappalto, richiedendo nuove competenze per le PA nella gestione delle comunicazioni con tutti i soggetti richiedenti, per adeguarsi ai canoni di trasparenza e digitalizzazione in corso.

Per tali ragioni, Hedya propone gli innovativi percorsi di formazione:

  • “Il codice dei contratti pubblici”;
  • “Tecniche di redazione degli atti amministrativi”

 

I percorsi formativi sono rivolti al personale di enti pubblici e privati, a tutti i datori di lavoro e liberi professionisti interessati alla materia.

 

Inoltre, Hedya propone:

  • percorsi di formazione e aggiornamento;
  • percorsi di approfondimento e perfezionamento;
  • servizi di consulenza per verificare la conformità alla normativa rilevante in materia.

Hedya propone un articolato percorso formativo, in relazione agli specifici bisogni e livelli formativi.

In particolare, si prevede:

 

  1. Corsi di formazione per Data Protection Officer
  • Corso “DPO: DATA PROTECTION OFFICER”, necessario per accedere a un percorso di elevata specializzazione. Il corso ha una durata di 40 ore di lezioni teoriche e 6 ore di simulazione dell’attività quotidiana del DPO;
  • Corso “DPO: DATA PROTECTION OFFICER – Avanzato”, per chi ha già acquisito le conoscenze di base di natura giuridica e organizzativa e intende acquisire le nozioni pratico- applicative di base per svolgere le attività di DPO;

 

  1. Corsi di formazione per tutti i soggetti coinvolti nelle operazioni di trattamento dati
  • Corso “GDPR: LE PRINCIPALI NOVITÀ SULLA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI”, per consentire a tutti i soggetti coinvolti nel trattamento dei dati personali (ad esempio, personale dipendente) di ottenere un’adeguata formazione e aggiornamento in materia di gestione dei dati personali.

 

Ulteriori dettagli sui percorsi formativi sono disponibili qui.

 

16 Giugno 2020/da Hedya
News

Appalti pubblici, il Consiglio di stato apre la via al FOIA

Appalti pubblici e FOIA: cosa cambia?

Il d.lgs. 97/2016 ha innovato la disciplina della trasparenza, prevedendo il nuovo istituto, di matrice statunitense, del Freedom of information Act (FOIA): il decreto, innovando il Codice della Trasparenza (d.lgs. 33/2013) ha previsto all’articolo 5 l’introduzione dell’accesso civico generalizzato, che garantisce a chiunque il diritto di accedere a documenti, dati ed informazioni detenuti dalle Pubbliche Amministrazioni, pur in assenza di un obbligo di pubblicazione.

Il rispetto del principio di trasparenza e le novità introdotte dalla nuova disciplina dell’accesso civico comportano nuovi oneri per la Pubblica Amministrazione, che dovrà:

  • Interagire attivamente con il privato;
  • Rispondere alle richieste entro il termine di 30 giorni;
  • Valutare la richiesta del privato, tenendo conto degli eventuali controinteressati.

 

Per tali ragioni, il Ministero della Pubblica Amministrazione e della Semplificazione aveva emanato, sin dal 2017, la Circolare n. 2, con la quale venivano fornite utili indicazioni per ottemperare correttamente alle richieste del privato, corroborata successivamente dalla Circolare 1/2019.

Con la sentenza del 2 aprile 2020, l’Adunanza Plenaria del Consiglio di stato ha ampliato l’ambito applicativo dell’accesso civico generalizzato, estendendolo anche alla materia dei contratti pubblici di cui al d.lgs. 50/2016.  Pertanto, la disciplina dell’accesso civico generalizzato, fermi i divieti temporanei e/o assoluti di cui all’art. 53, d.lg. n. 50 del 2016, è applicabile anche agli atti delle procedure di gara e, in particolare, all’esecuzione dei contratti pubblici, non ostandovi in senso assoluto l’eccezione del comma 3 dell’art. 5-bis, d.lgs. n. 33 del 2013 in combinato disposto con l’art. 53 e con le previsioni della l. n. 241 del 1990, che non esenta in toto la materia dall’accesso civico generalizzato, ma resta ferma la verifica della compatibilità dell’accesso con le eccezioni relative di cui all’art. 5-bis, comma 1 e 2, a tutela degli interessi-limite, pubblici e privati, previsti da tale disposizione, nel bilanciamento tra il valore della trasparenza e quello della riservatezza.

 

 

Come garantire la trasparenza e l’accesso civico? Hedya propone i percorsi innovativi “Il codice dei contratti pubblici” e “Tecniche di redazione degli atti amministrativi”

 

Le recenti posizioni del Consiglio di stato ridisegna i confini tra accesso civico e appalti pubblici, richiedendo nuove competenze per le PA nella gestione delle comunicazioni con tutti i soggetti richiedenti, per adeguarsi ai canoni di trasparenza e digitalizzazione in corso.

Per tali ragioni, Hedya propone gli innovativi percorsi di formazione:

  • “Il codice dei contratti pubblici”;
  • “Tecniche di redazione degli atti amministrativi”

 

I percorsi formativi sono rivolti al personale di enti pubblici e privati, a tutti i datori di lavoro e liberi professionisti interessati alla materia.

 

Inoltre, Hedya propone:

  • percorsi di formazione e aggiornamento;
  • percorsi di approfondimento e perfezionamento;
  • servizi di consulenza per verificare la conformità alla normativa rilevante in materia.

Hedya propone un articolato percorso formativo, in relazione agli specifici bisogni e livelli formativi.

In particolare, si prevede:

 

  1. Corsi di formazione per Data Protection Officer
  • Corso “DPO: DATA PROTECTION OFFICER”, necessario per accedere a un percorso di elevata specializzazione. Il corso ha una durata di 40 ore di lezioni teoriche e 6 ore di simulazione dell’attività quotidiana del DPO;
  • Corso “DPO: DATA PROTECTION OFFICER – Avanzato”, per chi ha già acquisito le conoscenze di base di natura giuridica e organizzativa e intende acquisire le nozioni pratico- applicative di base per svolgere le attività di DPO;

 

  1. Corsi di formazione per tutti i soggetti coinvolti nelle operazioni di trattamento dati
  • Corso “GDPR: LE PRINCIPALI NOVITÀ SULLA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI”, per consentire a tutti i soggetti coinvolti nel trattamento dei dati personali (ad esempio, personale dipendente) di ottenere un’adeguata formazione e aggiornamento in materia di gestione dei dati personali.

 

Ulteriori dettagli sui percorsi formativi sono disponibili qui.

 

 

21 Aprile 2020/da Hedya
News

Lo Smart working nelle PA passa per il Responsabile per la Transizione al Digitale

La Transizione al Digitale: quali regole?

Con la Circolare n. 1/2020 del 04/03/2020, il Ministro per la Pubblica Amministrazione ha introdotto il regime dell’obbligo per tutte le PA di adottare misure organizzative “per il ricorso a nuove modalità spazio-temporali di svolgimento della prestazione lavorativa”, inaugurando il cd. Smart working. Successivamente, con la Direttiva 2/2020 emessa in data 12/03/2020 dal Dipartimento della Funzione pubblica si è consolidato il regime dello smart working, predisponendo un quadro più articolato, che impone alle Pubbliche Amministrazione la piena Transizione al Digitale.

Per tali ragioni, il Responsabile per la Transizione al Digitale costituisce il vero perno su cui ruota l’intero processo di Transizione al Digitale: è il Responsabile per la Transizione al Digitale che dovrà occuparsi di portare l’Ente verso le nuove forme di lavoro agile.

Con l’approvazione del nuovo Piano Triennale per l’Informatica 2019-2020, si è precisato che il Responsabile per la Transizione al Digitale deve  garantire operativamente la trasformazione digitale dell’Amministrazione, coordinandola nello sviluppo dei servizi pubblici digitali e nell’adozione di nuovi modelli di relazione trasparenti e aperti con i cittadini.

 

Come si è già indicato nella Circolare n. 1/2020, per garantire il pieno processo di digitalizzazione le Pubbliche Amministrazioni potranno ricorrere a molteplici strumenti informatici, come ad esempio:

  • soluzioni cloudper agevolare l’accesso condiviso a dati, informazioni e documenti;
  • il ricorso a vie telematicheper la partecipazione da remoto a riunioni e incontri di lavoro;
  • la suddivisione e l’organizzazione per la prestazione di servizi riservati al pubblico, per evitare la creazione di assembramenti;
  • il ricorso alle modalità flessibili di svolgimento della prestazione lavorativa anche nei casi in cui il dipendente si renda disponibile ad utilizzare propri dispositivi, in caso di indisponibilità o insufficienza di dotazione informatica da parte dell’amministrazione, garantendo adeguati livelli di sicurezza e protezione della rete;
  • l’attivazione di un sistema di reportistica interna ai fini dell’ottimizzazione della produttività anche in un’ottica di progressiva integrazione con il sistema di misurazione e valutazione della performance.

 

 

Quali soluzioni? La formazione e i servizi di consulenza Hedya per la transizione al Digitale

Il tema cruciale per garantire la transizione al digitale è sicuramente quello legato alle competenze digitali nella PA, che costituisce il fattore abilitante per qualsiasi corretta e adeguata governance dell’innovazione.

Per tali ragioni, Hedya propone:

  • Il percorso formativo“IL RESPONSABILE PER LA TRANSIZIONE AL DIGITALE” per il corretto svolgimento dei compiti del Responsabile per la Transizione al Digitale, considerato il driver della transizione al Digitale.
  • Il percorso formativo “LE NUOVE PROFESSIONI DIGITALI. Obiettivi, definizioni e obblighi per le Pubbliche Amministrazioni”.

 

Il percorso è rivolto:

  • a tutti coloro che all’interno delle Pubbliche Amministrazioni sono coinvolti, a vario titolo, nei processi di trasformazione alla modalità digitale;
  • a tutti coloro che sono stati nominati e che svolgono attualmente il ruolo di Responsabile per la Transizione al Digitale.

Inoltre, Hedya supporta le Pubbliche Amministrazioni attraverso servizi di consulenza mirati, in materia di digitalizzazione, sui temi più critici connessi agli obblighi e agli adempimenti prescritti dalla legge.

Ulteriori dettagli sui percorsi formativi sono disponibili qui.

6 Aprile 2020/da Hedya
News

Responsabile transizione digitale (RTD): il MIUR ridisegna l’esercizio della funzione in forma associata

La nota del Miur sulla figura del RTD: cosa cambia?

 

Il Responsabile per la Transizione al Digitale rappresenta, come già visto, l’attore principale del processo di digitalizzazione della  PA. Il Codice  dell’amministrazione digitale (CAD)  ha  introdotto  il  ruolo  dell’ufficio  a  cui  affidare la transizione al digitale all’articolo 17, comma 1; da ultimo, con le modifiche operate dai decreti legislativi n. 179 del 2016 e n. 217 del 2017, si prevede che le Pubbliche Amministrazioni “garantiscono l’attuazione delle linee strategiche per la riorganizzazione e la digitalizzazione dell’amministrazione definite dal Governo” ed inoltre che “attribuiscano ad un Ufficio dirigenziale generale l’attuazione delle linee strategiche per la loro riorganizzazione e digitalizzazione”.

Per queste ragioni, il Miur – con Decreto Ministeriale n. 529 del 1 agosto 2017 – ha individuato il proprio Responsabile per la Transizione al Digitale nella persona del Direttore generale della Direzione Generale per i contratti, gli acquisti e per i sistemi informativi e la statistica. In particolare, in base alla previsione contenuta all’articolo 17, comma 1-septies, le funzioni del Responsabile della Transizione Digitale del MIUR sono esercitate in forma associata anche per le Istituzioni scolastiche ed educative, giacché la Direzione Generale per i contratti, gli acquisti e per i sistemi informativi e la statistica già si occupava della pianificazione nonché dell’attuazione delle linee strategiche per la digitalizzazione dei processi dell’Amministrazione e delle Scuole.

Il Miur, quindi, ha emanato lo scorso 5 dicembre 2019 la Nota n. 2260/2019, con la quale vengono fornite indicazioni in merito alla figura del RTD.

In particolare:

  • le Istituzioni scolastiche ed educative che abbiano eventualmente nominato un RTD,sono invitate a far decadere le nomine effettuate, riconoscendo il RTD del MIUR quale unico responsabile per la transizione digitale;
  • le figure e le funzioni organizzative già previste ed operative nelle Scuole (ad es. Animatori digitali; Team per l’innovazione digitale, ecc.) opereranno anche in sinergia rispetto al coordinamento centralizzato del RTD, per una partecipata attuazione degli indirizzi strategici del MIUR;
  • a causa di tali correttivi, sarà avviata in collaborazione con AGID un’attività di aggiornamento dell’Indice delle Pubbliche Amministrazioni finalizzata ad apportare le necessarie modifiche nelle sezioni dell’elenco dedicate agli Uffici per la Transizione al Digitale.

 

 

Quali soluzioni? La formazione e i servizi di consulenza Hedya per la transizione al Digitale

Il tema cruciale per garantire la transizione al digitale è sicuramente quello legato alle competenze digitali nella PA, che costituisce il fattore abilitante per qualsiasi corretta e adeguata governance dell’innovazione.

Del resto, sono stati emanati di recente due documenti di riferimento proprio sul tema specifico:

  • il documento dell’AgIDper lo sviluppo di competenze digitali di base, di e-leadership e specialistiche;
  • il Syllabus delle competenze digitaliper la PA, del Dipartimento funzione pubblica.

 

Per tali ragioni, Hedya propone il percorso formativo “IL RESPONSABILE PER LA TRANSIZIONE AL DIGITALE” per il corretto svolgimento dei compiti del Responsabile per la Transizione al Digitale, considerato il driver della transizione al Digitale.

Il percorso è rivolto:

  • a tutti coloro che all’interno delle Pubbliche Amministrazioni sono coinvolti, a vario titolo, nei processi di trasformazione alla modalità digitale;
  • a tutti coloro che sono stati nominati e che svolgono attualmente il ruolo di Responsabile per la Transizione al Digitale.

Inoltre, Hedya supporta le Pubbliche Amministrazioni attraverso servizi di consulenza mirati, in materia di digitalizzazione, sui temi più critici connessi agli obblighi e agli adempimenti prescritti dalla legge.

Ulteriori dettagli sui percorsi formativi sono disponibili qui.

 

31 Gennaio 2020/da Hedya
News

Nuove Linee Guida per l’accessibilità: le novità per la PA e il Responsabile per la Transizione al Digitale

Le nuove Linee Guida per l’accessibilità: i nuovi compiti del Responsabile per la Transizione al Digitale

 

Con il recepimento della Direttiva UE 2016/2102, il Decreto legislativo n. 106 del 10 agosto 2018, ha introdotto nuovi adempimenti a carico delle amministrazioni e nuovi compiti per l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), per migliorare l’accessibilità dei siti web e delle applicazioni mobili delle amministrazioni pubbliche degli Stati Membri.

Per garantire tali obiettivi, l’AgID ha di recente emanato le “Linee Guida sull’accessibilità degli strumenti informatici”.

Le Linee Guida introducono nuovi compiti delle Pubbliche Amministrazioni in tema di accessibilità. Secondo le nuove disposizioni, le PA dovranno:

 

  • effettuare le verifiche dell’accessibilità degli strumenti informatici(siti web e app), al fine di valutarne lo stato di conformità;
  • compilare e pubblicare, a cura del Responsabile della Transizione al Digitale, una dichiarazione di accessibilità;
  • predisporre un meccanismo di feedbackper ricevere le segnalazioni dagli utenti del sito.

 

Per consentire ai Responsabili per la Transizione al Digitale di compilare e pubblicare la dichiarazione di accessibilità, l’AgID renderà presto disponibile un’applicazione ad hoc, per tutte le Amministrazioni.

 

Come adeguarsi? I percorsi formativi e i servizi di consulenza proposti da Hedya

 

Le Linee Guida richiedono una costante formazione ed aggiornamento del personale coinvolto nelle funzioni di Responsabile e, più in generale, di tutti i soggetti operanti nelle Pubbliche Amministrazioni.

Per coadiuvare le Pubbliche Amministrazioni nel processo di adempimenti e di formazione connessi alla Digitalizzazione, Hedya propone servizi di consulenza e formazione.

Per acquisire le conoscenze pratiche di base per il corretto svolgimento dei compiti del Responsabile per la Transizione al Digitale, ma anche dei soggetti che lo supportano nello svolgimento delle attività, Hedya propone il percorso formativo “IL RESPONSABILE PER LA TRANSIZIONE AL DIGITALE” per il corretto svolgimento dei compiti del Responsabile per la Transizione al Digitale.

Il percorso è rivolto:

  • a tutti coloro che all’interno delle Pubbliche Amministrazioni sono coinvolti, a vario titolo, nei processi di trasformazione alla modalità digitale;
  • a tutti coloro che sono stati nominati e che svolgono attualmente il ruolo di Responsabile per la Transizione al Digitale.

 

Ulteriori dettagli sui percorsi formativi sono disponibili qui.

 

12 Gennaio 2020/da Hedya
News

Gestione documentale: pubblicate sul sito dell’AgID le linee guida sulla formazione, gestione e conservazione dei documenti informatici

Le nuove Linee Guida AgID

Lo scorso 17 ottobre sono state pubblicate in consultazione, sul sito dell’AgID le Linee guida sulla formazione, gestione e conservazione dei documenti informatici. Tale pubblicazione dimostra, in maniera evidente, come il documento informatico costituisca lo strumento essenziale per la digitalizzazione delle pratiche amministrative.

Il documento in consultazione è realizzato dal gruppo di lavoro costituito da AgID e da esperti del settore, allo scopo di aggiornare le regole tecniche attualmente in vigore sulla formazione, protocollazione, gestione e conservazione dei documenti informatici precedentemente regolate nei DPCM del 2013 e 2014.

Dal punto di vista strutturale, le Linee Guida sono state emanate secondo la procedura prevista dall’art. 71 “Regole tecniche” del Codice dell’Amministrazione digitale (CAD) e
si compongono di sei allegati tecnici dal formato dei file e riversamento alla certificazione di processo.
Con la pubblicazione delle recenti Linee Guida, si conferma la centralità della formazione, gestione e conservazione dei documenti informatici come driver della digitalizzazione della PA.

 

La formazione del Responsabile della Conservazione

Per garantire la correttezza delle operazioni di formazione, gestione e conservazione dei documenti informatici, avvalersi di figure altamente qualificate costituisce un requisito imprescindibile.

In particolare, il Responsabile della Conservazione gioca un ruolo centrale nel più ampio processo di digitalizzazione della PA. Tale figura, in conformità a quanto disposto nel DPCM del 03 Dicembre 2013, è istituita presso tutte le aziende e le pubbliche amministrazioni che intendono, o devono obbligatoriamente, adottare sistemi informatici di Conservazione e archiviazione documentale.

Il Responsabile della Conservazione rappresenta dunque una figura con formazione specialistica che ha il compito di definire e attuare, in piena autonomia decisionale, le politiche in merito alla progettazione e alla gestione dei sistemi informatici di conservazione e archiviazione documentale.

Per tali ragioni, Hedya propone un percorso formativo per tutti coloro che vogliano intraprendere un percorso professionale di elevata specializzazione, finalizzato all’acquisizione delle conoscenze preliminari di natura giuridica, organizzativa e tecnologica tipiche del ruolo di Responsabile della Conservazione dei documenti informatici.

I contenuti del corso mirano, pertanto, ad illustrare le vigenti disposizioni in materia di:

  • Dematerializzazione;
  • Digitalizzazione;
  • Conservazione e Archiviazione di documenti informatici;

 

Ulteriori informazioni sono disponibili qui.

22 Ottobre 2019/da Hedya

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